Diamo voce ai nostri "pensieri rampanti", come fossero frutti acerbi ancora appesi all'albero, in attesa di cadere.
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lunedì 17 ottobre 2016

I compiti della scuola

Compiti si o compiti no? Qual è il modello di una “buona scuola” che ci traghetterà oltre questo inizio di millennio che sembra interminabile? In quanto insegnante mi sento chiamato in causa nel dibattito, soprattutto dopo aver letto diverse banalizzazioni.
La prima considerazione da fare è che la scuola negli ultimi anni è cambiata. Si è adeguata ai tempi? Forse, di certo l'idea che la società italiana ha dell'aula non è la stessa di qualche anno fa, e la questione dei compiti è solo la punta di un iceberg.

giovedì 24 maggio 2012

Io (non) ho paura

Sabato la drammatica vicenda di Brindisi ha richiamato in piazza migliaia di persone in tutta Italia. A Roma l'atmosfera che si respirava era strana, di gente attonita e commossa che aveva solo voglia di stringersi idealmente attorno ad una famiglia straziata. In realtà non era ben chiaro perché fossimo lì, né se fosse davvero così necessario. Ci poteva essere un senso spirituale, di raccoglimento e di vicinanza umana... ma la piazza era politica, non religiosa. Certo, la piazza è stata un'occasione per ribadire l'urgenza di occuparsi della scuola e di prendersi cura dei nostri ragazzi. Tuttavia non si sapeva a chi gridare il nostro "mai più".

mercoledì 9 novembre 2011

39 domande dall'Europa, molte di più da noi

In risposta alle rassicurazioni del nostro governo alle pressioni di Bruxelles, è arrivata una stringente interrogazione da parte della Commissione Europea. In sostanza si tratta di 39 domande molto precise che ribattono punto per punto quello che da Berlusconi è stato promesso qualche giorno fa. Il tono del testo si comprende già dalla prima richiesta, di carattere generale:

Per favore (ah, le potenzialità ironiche della lingua inglese! n.d.r.) fornite una versione postillata della lettera che indichi, per ciascun provvedimento/misura se:
- È già stato varato, e in caso di risposta affermativa indicare i progressi ottenuti tramite la sua attuazione;
- È già stato adottato dal governo, ma non ancora da Parlamento; in caso di risposta affermativa chiarire i tempi necessari all’approvazione da parte del Parlamento e alla sua entrata in vigore; in caso contrario,
- È un nuovo provvedimento: in questo caso fornire un piano d’azione concreto per l’adozione e la sua applicazione, comprensivo di scadenze e di tipologia dello strumento legislativo che il governo intende utilizzare.
Si prega di indicare anche, ove appropriato, l’impatto stimato sul bilancio di ciascun provvedimento/misura e i mezzi con i quali lo si finanzierà.

Molto diretti! Ma, d'altronde, si tratta delle stesse domande che un cittadino di media istruzione chiederebbe al proprio governo. In sostanza dall'Europa ci stanno chiedendo se quella lettera conteneva chiacchiere o impegni seri e sostenibili. Per questo entra nel merito di diverse questioni che vanno dall'occupazione femminile, alla crescita, al contenimento dei costi della politica. Le domande che mi interessano di più e su cui vorrei soffermarmi ora, sono quelle che riguardano il cosiddetto "capitale umano": scuola e università.

martedì 29 marzo 2011

Ci vogliono nuclearizzare

Cari amici,
in questi giorni il problema del nucleare è prepotentemente (ri)entrato nella nostra quotidianità, riproponendo l' eterna lotta tra coloro che temono per la propria incolumità e sicurezza e coloro che vedono nel nucleare l'unica soluzione ai problemi energetici del nostro paese.
Credo sia necessario ricordare ad alcuni politici dell'attuale governo che i 20 milioni di persone che votarono al referendum del 1987 non rappresentarono "la sinistra incantata da un gruppo esiguo di ambientalisti" (Silvio Berlusconi), bensì una grande rappresentanza del popolo italiano che gridò a gran voce NO al nucleare!
Molte persone oggi si chiedono perché mai si debba di nuovo votare per bloccare una legge già abrogata nell' 87. La risposta è semplice, chi ci governa non ritiene il popolo italiano in grado di decidere per il proprio bene e per il proprio futuro. Quindi Giovedì 9 luglio 2009 il Senato italiano approvò il disegno di legge sullo sviluppo con 154 voti a favore, 1 voto contrario e 1 astenuto. Credo vada sottolineato (astenendomi dal fare commenti) il fatto che l'opposizione NON PARTECIPO' AL VOTO! Per cui oggi ci troviamo nostro malgrado a dover ripetere il voto, e meno male che siamo riusciti ad ottenere questa possibilità!
In una recente intervista il "nostro" premier, nel disperato tentativo di convincere le masse della indispensabilità del nucleare, è riuscito a farci capire una volta per tutte che lui stesso non ne sa assolutamente niente, non se ne è mai realmente interessato e soprattutto non ne conosce minimamente i rischi ad esso collegati. A tal proposito, evito di dilungarmi oltre (per ora) ed allego il link di questa brevissima intervista, che credo debba quanto meno far riflettere. I miei ragazzi di terza media con cui affronto questi argomenti in confronto sembrerebbero astrofisici
nucleari.



A presto cari Baroni

Marcovaldo
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