Diamo voce ai nostri "pensieri rampanti", come fossero frutti acerbi ancora appesi all'albero, in attesa di cadere.

venerdì 24 dicembre 2010

Natale 2010

Care lettrici, cari lettori,
un caro augurio di buone feste dai Baroni Rampanti.
Ci rivediamo presto sull'albero (magari approfittando della pausa natalizia per scrivere un po' di più).
Ciao a tutte e tutti

sabato 11 dicembre 2010

L'uomo dimezzato


Eccomi qua (finalmente dirà qualcuno), mancavo solo io per completare la trilogia. Mi presento: sono Medardo di Terralba, in arte il Visconte Dimezzato. Codesto è il mio nome a causa del fatto che sono due persone in una: nel racconto di Calvino una buona e l'altra cattiva; io preferisco definirle nel loro rapporto reciproco: opposte.
Rispetto a questa mia caratteristica plurale, sulla quale intendo fare delle riflessioni, non sono l'unico personaggio esistente nella letteratura, e ne sono pieni anche la cinematografia o il teatro di tal tipo di figure.

martedì 7 dicembre 2010

Vi odio cari giornalisti

Il Tempo di qualche giorno fa riporta, in merito alle manifestazioni studentesche degli ultimi giorni, uno degli scritti più forti di Pier Paolo Pasolini (PPP), datato 16 giugno 1968, che riguarda le proteste che in quell'anno investirono la facoltà di Architettura dell'Università La Sapienza di Roma. Pasolini mette in luce, in maniera insieme lucida e poetica, una contraddizione tra chi protestava pur facendo parte della borghesia (gli studenti) e chi reprimeva la protesta pur facendo parte del proletariato (i poliziotti). Tra i due schieramenti l'autore sceglie i proletari, additando gli studenti di essere dei figli di papà. Un'accusa del genere portata avanti proprio da Pasolini va contestualizzata, oggi, molto cautamente per essere compresa, ma sul Tempo questo passaggio manca completamente. Non voglio insinuare che il testo sia stato pubblicato senza essere compreso, ma ho il forte sospetto che sia stato pubblicato senza essere stato letto.

martedì 16 novembre 2010

Destra e Sinistra

Apparentemente banale e piatto, lo spettacolo televisivo di ieri sera ha visto due persone dalla coerenza discutibile e dalle ancor più scarse doti di attore elencare pedissequamente, scadendo a volte nel comizio, quelli che dovrebbero essere i valori di Destra e Sinistra. Lo spettacolo è stato ritenuto da molti come pedante, superficiale, noioso, vetusto, inappropriato, didascalico. «La cosa che lascia perplessi è che ormai destra e sinistra sono vecchie e agonizzanti categorie storiche», commenta perentorio Aldo Grasso dalle colonne del Corriere della Sera. D'altronde, già Gaber si era divertito ad ironizzare sul tema qualche tempo fa. Eppure ieri sera è successo qualcosa di diverso, come se si fosse riacceso un motore fermo da oltre quindici anni.


martedì 2 novembre 2010

Meglio Pasolini...

«È una storia un po' sputtanata», avrebbe detto qualcuno: esattamente a trentacinque anni dalla morte di uno dei più grandi profeti laici che questo paese piange, ecco farsi grave il peso delle sue parole. «La società consumistica ha bisogno di uomini deboli, perciò lussuriosi», scriveva Pasolini su "Il Mondo" del 28 agosto 1975; gli fa eco l'ignobile battuta omofoba del nostro Presidente del Consiglio che, pronunciata oggi, anniversario del delitto di Ostia, ha un sapore amaro. La stessa battuta serpeggia nei vicoli, in strada, tra chi si riconosce in questo stile di vita, ma nessuno aveva mai avuto il coraggio di gridarla. Adesso finalmente il disgusto ha un'etichetta visibile e riconoscibile, quella che Pasolini attribuiva alla "Piccola Borghesia", regno dell'ipocrisia e della doppia morale, mascherata di innovazione e progressismo. «Bisogna essere progressisti in un altro modo», tuonava dalle colonne del Corriere della Sera il 18 ottobre 1975, «inventare una nuova maniera di essere liberi», soprattutto dalla retorica della tolleranza e del progresso, ammettendo «il fallimento della tolleranza». Parole forti, difficili da comprendere per chi non impara a leggere storicamente le vicende di questo paese dalla memoria corta. Pasolini proseguiva sottolineando che «imparare un po' di storia ha senso solo se si proietta nel futuro la possibilità di una cultura storica».
Allora oggi ricordiamoci della storia di questo paese, fatta di eventi e personaggi torbidi. Ricordiamoci di chi dal torbido ha tirato fuori perle, prima di restarvi invischiato. «Tutto passa e il resto va».

venerdì 29 ottobre 2010

Una teoria solo presunta

È uscito l'ultimo numero della rivista MicroMega e, come succede una volta l'anno, è dedicato ad argomenti scientifici. Sulla rivista scrivono nomi illustri di scienziati italiani ed internazionali e, come di consueto, gli editoriali sono rivolti a dimostrare la falsità e l'assurdità dell'idea del Creazionismo, che troppo ormai pervade gli ambiti accademici ed educativi, non solo in Italia. Effettivamente, l'idea creazionista è talmente assurda e pazzesca, dal punto di vista scientifico e teologico, che non meriterebbe neanche più di essere menzionata. Allora perché ogni anno illuminati scienziati sprecano fiumi d'inchiostro a smontare una costruzione che già da sola non sta in piedi? Perché chi contesta il Darwinismo deve essere considerato tout court un creazionista e non, per esempio, un sostenitore della Teoria degli Equilibri Punteggiati? Perché continuare nei fatti a mettere sullo stesso piano Evoluzionismo e Creazionismo, come vogliono i creazionisti? La mia personalissima risposta è che parlare di Dio aumenta le vendite!

martedì 12 ottobre 2010

La risposta sta soffiando nel web

Ma sì, se si tratta di fare un po' di pubblicità a qualche amico è sempre un piacere... se poi di questi amici si condividono gli scopi, allora il discorso si fa più interessante. Eccoci allora a proporvi il primo network di giornalismo libero interamente gratuito. Si chiama OpenJournalist e permette a chiunque si iscriva di improvvisarsi giornalista. Come un gioco? No! Come un giornale.

lunedì 4 ottobre 2010

Una scelta per Paolo e Miriam

In questi giorni sono vicino a due miei giovani amici che hanno avuto un diverbio. Riporto due nomi del tutto fittizi, naturalmente, perché quello che mi interessa mettere a fuoco non è la vicenda in sé, piuttosto il modo di affrontarla.
A Miriam era venuta l'idea di coinvolgere il suo amico Paolo in un piccolo progetto. Alla proposta, Paolo si è trovato spiazzato e mi contatta per un consiglio. La prima cosa che ho pensato, e che gli ho detto, è che in effetti la coppia era assortita in maniera strana, perché i due, pur conoscendosi da anni, hanno sempre avuto difficoltà di comunicazione tra loro. Tuttavia, ritenevo che non fosse nulla che con un po' di pazienza ed impegno (e magari un po' di aiuto) non si potesse risolvere. Il mio punto di vista -da “esterno”- era che la proposta sembrava interessante, sebbene difficile da realizzare. Così suggerisco a Paolo di pensare in primis se il progetto gli interessi, poi di occuparsi, su questa base, dei problemi con Miriam.

domenica 29 agosto 2010

La notte dell'irrazionalità cattolica

Ho letto tutto d'un fiato il libro di Piergiorgio OdifreddiPerché non possiamo essere cristiani” e ne ero talmente preso che persino la mia fidanzata si è ingelosita! Il libro mi ha colpito estremamente, perché la mia formazione universitaria e professionale fa di me uno scienziato, ma ancora di più perché la mia formazione umana fa di me un cattolico. Nella frenetica e radicale arringa d'accusa dell'autore (più che condivisibile in varie parti) ho potuto identificare tre fronti di attacco, che riescono a colpire chirurgicamente molti punti deboli del bagaglio culturale e teologico cattolico allargandosi anche a cristianesimo in genere ed ebraismo: la storicità della narrazione biblica, l'istituzione gerarchica cattolica e i pronunciamenti dogmatici. Tre ambiti in cui, in effetti, non è difficile rinvenire ben più d'una falla.

domenica 1 agosto 2010

Yogurt per riso

Una pubblicità di yogurt Danone mi ha fatto riflettere sulla beneficenza: nello slogan si promette un piatto di riso ad Haiti per ogni confezione di yogurt acquistata. Cerchiamo brevemente di capire cosa significhi.
Primo dato: Da quando il costo del riso ha cominciato a crescere (intorno al 2003) i coltivatori europei hanno cominciato a espandersi verso est, in particolare comprando le risaie abbandonate in Romania dopo la morte di Ceausescu (1989).
Secondo dato: il 2005 è stato l'anno della svolta per il riso italiano, perché si è sentito l'effetto dell'allargamento dell'Unione europea a dieci nuovi paesi consumatori e perché la riforma delle regole comunitarie, note come Ocm riso, ha indotto un calo dei prezzi del prodotto greggio. Per inciso, dal 2007 la Romania è membro effettivo dell'UE, il che ha abbattuto il costo dei trasporti.
Terzo dato: negli ultimi sei mesi l'Italia, sebbene sia il primo produttore di riso in Europa, ha registrato la diminuzione dei prezzi, scesi al di sotto del costo di produzione, di alcune varietà da esportazione o da insalate.
Ultimo dato: la Danone, numero uno al mondo nella produzione di yogurt, ha riportato nel primo semestre 2010 un utile netto di 848 mln di euro, in progresso del 10,1% rispetto all'analogo periodo 2009. I ricavi sono cresciuti del 7% a 8,36 mld (+6,9% nel secondo trimestre).

Non è dato sapere l'origine del riso promesso dalla Danone, quindi potrebbe non esserci relazione tra i dati sul riso e quelli sullo yogurt: tuttavia i paralleli sono interessanti, perché sembra un ottimo momento per chiunque intenda comprare riso in grandi quantità. Inoltre dal sito Danone emerge che il tramite di questa operazione è una onlus in grado di mobilitare grandi raccolte di fondi. Tutto sommato, dunque, la presunta beneficenza pubblicizzata non sembra altro che una possibilià di guadagno facile e di grande presa popolare, con poco effetto sull'economia di Haiti, che non migliorerà, né permetterà agli haitiani di essere più benestanti; avrà qualche effetto benefico fintanto che durerà l'effetto di questa promozione, ma niente di strutturale. L'effetto più immediato potrà essere lavare la coscienza di chi spenderà un paio di euro per uno yogurt, devolvendo pochi centesimi per un piatto di riso. Salvare persone è sempre un'ottima cosa, ma forse è più utile cercare di eliminare le cause di povertà, prima di ricorrere ad una beneficenza di facciata.
Buon appetito!

sabato 17 luglio 2010

La pubblicità può essere "buona"?

Giorni fa, parlando con una mia amica giornalista, si rifletteva su alcune pubblicità viste di recente.
Quello che facevo notare è che alcune pubblicità, per promuovere il prodotto utilizzassero messaggi,
che mi sembravano, come dire, "portatori di speranza" e che incoraggiassero ad attingere alle proprie risorse per operare un cambiamento positivo nella realtà che ci circonda.
Gli spot in questione li potete vedere qui e qui.
Mi colpisce che si sia scelto questo tipo di messaggio piuttosto che un altro in un periodo che definire di crisi è un eufemismo.
Certo, per invitare a spendere bisogna dare fiducia, e questa può essere una risposta.
Ma per far spendere si può far leva anche sulla paura, sull'ingordigia, sul desiderio sessuale....
Quindi torniamo all'argomento della nostra discussione: perché si è scelto proprio questo tipo di messaggio veicolante piuttosto che un altro? Perché si è fatto leva sulla speranza, sul coraggio di rischiare, su un' "etica sociale" (passatemi il termine, per favore!) , sul seguire i propri sogni e non si è spinto sul cercare a tutti i costi più vantaggi per a se stessi o sulla bontà del prodotto?
Intendiamoci, non penso che queste pubblicità siano esenti da ogni critica, anzi.
Per esempio gli spot che riguardano la banca sono state persino ritirati per le polemiche che avevano suscitato.
Ma il punto della mia riflessione è: in questo periodo di crisi il fatto che per invitare ad acquistare un prodotto si punti sulla creatività, sulla speranza e su l'impegno "sociale" è una truffa a danno dei soliti poveracci o un buon segno? Oppure non significa nulla?
Io spero che sia un buon segno, ma chissà cosa ne pensa chi legge.

mercoledì 14 luglio 2010

Mad world

La tristezza è un sentimento vivo, che va vissuto ed espresso. Chi vive la propria tristezza ha coraggio, perché aggira il condizionamento di un mondo che ci vorrebbe impersonali e vincenti, sempre. Chi piange racconta un mondo nuovo, fatto di sentimenti veri e profondi; in cui le persone hanno il coraggio di seppellire le parti morte di sé ed evolversi e tornare a ridere ancora: per non correre sempre in circolo attorno ad un'idea di se stessi.

"And I find it kind of funny
I find it kind of sad
The dreams in which I’m dying
Are the best I’ve ever had.
I find it hard to tell you
I find it hard to take
When people run in circles
It’s a very very
Mad world
Mad world"
Gary Jules - Mad World

Grazie a Luca per la splendida e profonda interpretazione di Mad World

venerdì 25 giugno 2010

La solitudine del sonno

È notte e il buonsenso mi suggerisce di andare a dormire, tuttavia c'è un tarlo che mi è entrato in testa da qualche giorno, dopo aver visto il tanto discusso film-documentario di Sabina Guzzanti, Draquila. Il film è interessante, più maturo di Viva Zapatero, più concreto e più attento, a mio avviso, al punto di vista delle persone. Il film è di parte, ma tratta con rispetto e delicatezza anche chi è “dall'altra parte”. L'ho apprezzato molto, perché, usciti dalla sala, ci si sente pervasi da un misto di incredulità e rabbia, che non sfocia mai in atterrimento; al contrario inietta nelle vene una vaga euforia che offre un sussulto alla coscienza.

venerdì 19 febbraio 2010

Benvenuti sull'albero

Il progetto dei Baroni Rampanti nasce qualche anno fa dalla voglia di pochi amici -allora adolescenti- di creare un ambito di riflessione libero, che fosse in qualche modo uno spazio dove sviluppare ed elaborare le proprie idee sulla società. Tutt'ora riteniamo che uno spazio di confronto aperto a questo livello sia necessario, per poter leggere una realtà spesso difficile da interpretare. Per questo apriamo un blog.
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