tag:blogger.com,1999:blog-77784677426497317232024-02-21T15:44:31.402+01:00I Baroni RampantiLibertas non est super arborem morariiBaroniRampantihttp://www.blogger.com/profile/07240037802598687038noreply@blogger.comBlogger86125tag:blogger.com,1999:blog-7778467742649731723.post-78486466512072331402023-04-25T11:20:00.001+02:002023-04-25T11:20:45.575+02:00I colori del Fiore del Partigiano <p></p><p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Trebuchet MS",sans-serif;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgTAUbKsknZRZckmgQBsx7DF3_m9AVwIl8VgilCPQAQzIt0r-9ixeyzxAP4VZNoz50jz-MdLc6BIDPOeCLMwi8wXbheOl_cd1VnLMDUGRcvx2QL1bDLeMBKEVLW7Hn3EWL56yRJm7YfcKToHKpSyPQuhz3zr_wT_hcHJczAXtjFLNlgewH4IWNyIM8Blw/s3840/1682413560952.jpeg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="3840" data-original-width="2160" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgTAUbKsknZRZckmgQBsx7DF3_m9AVwIl8VgilCPQAQzIt0r-9ixeyzxAP4VZNoz50jz-MdLc6BIDPOeCLMwi8wXbheOl_cd1VnLMDUGRcvx2QL1bDLeMBKEVLW7Hn3EWL56yRJm7YfcKToHKpSyPQuhz3zr_wT_hcHJczAXtjFLNlgewH4IWNyIM8Blw/w113-h200/1682413560952.jpeg" width="113" /></a></div><p style="text-align: justify;">Nel 2019
il sindaco di Desio Roberto Corti precisò che il 25 Aprile «non è un derby tra
questo e quello, e soprattutto non è un giorno di festa a tema libero. Chi lo
dice, nega o ignora la storia ma soprattutto offende la memoria di chi ha perso
la vita per la libertà, offende le istituzioni, offende il popolo italiano». A chi
vuole invece mistificare la celebrazione della Liberazione d’Italia dalle forze
nazi-fasciste, vedendoci una contrapposizione tra due sole forze, domando: che
colore aveva davvero il “fiore del partigiano”?</p><o:p></o:p><p></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Trebuchet MS",sans-serif;"><br /></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Trebuchet MS",sans-serif;"><br /></span></p><p class="MsoNormal"><span></span></p><a name='more'></a><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Trebuchet MS", sans-serif;">Senz’altro
</span><b style="font-family: "Trebuchet MS", sans-serif;">ROSSO</b><span style="font-family: "Trebuchet MS", sans-serif;">, colore prevalente delle brigate comuniste e socialiste; alcuni di loro
sognavano, una volta liberato il paese, di fondare una repubblica socialista, che
fosse nell’orbita sovietica o che fosse indipendente (come lo è stata poi la Jugoslavia);
altri combattevano per una repubblica democratica a tutti gli effetti.</span></div>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Trebuchet MS",sans-serif;">Il <b>BIANCO</b>,
come le brigate cattoliche, che insieme a molti membri del clero si erano adunate
in nord Italia contro le violenze dei miliziani della Repubblica di Salò, e che
in Carnia e in Val d’Ossola riuscirono a costruire i primi piccoli modelli di
Italia repubblicana in un paese occupato.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Trebuchet MS",sans-serif;">Il <b>VERDE</b>,
come le Fiamme Verdi, un sottogruppo di partigiani cattolici guidato da
personalità che avrebbero avuto un ruolo determinante nella fondazione
repubblicana del Dopoguerra (uno su tutti Enrico Mattei).<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Trebuchet MS",sans-serif;">L’<b>AZZURRO</b>,
come i monarchici badogliani, cattolici conservatori di destra, piemontesi e
fedelissimi alla Corona sabauda, che vedevano in Umberto II la guida per
ricostruire il Regno d’Italia dopo la Guerra.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Trebuchet MS",sans-serif;">Il <b>NERO</b>,
quello dei partigiani d’oltremare, etiopi, somali ed eritrei, accolti nel Battaglione
Mario, gruppo a vocazione internazionalista. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Trebuchet MS",sans-serif;">Il <b>ROSA</b>,
quello delle migliaia di partigiane che combatterono insieme agli uomini sulle
montagne e nelle città, rivestendo ruoli più diversificati e spesso correndo più
pericoli dei loro compagni maschi.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Trebuchet MS",sans-serif;">Tutti
quelli della variopinta galassia di gruppi e movimenti autonomi che lottarono
in maniera più o meno coordinata contro l’oppressore nazi-fascista, da nord a
sud. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Trebuchet MS",sans-serif;">C’erano
alleanze e rivalità, possibilità di accordo e momenti di scontro, sospetti, fraintendimenti
e spesso una gran confusione su come organizzare la nazione che sarebbe sorta
dalle ceneri della guerra e della dittatura: quali confini, quale ordinamento,
quali alleanze poteva avere? Le contrapposizioni sono state anche violente, ma,
come ci viene insegnato, la rivoluzione non è un pranzo di gala e non si fa con
coltello e forchetta. Su una cosa sola erano tutti concordi: erano
antifascisti. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Trebuchet MS",sans-serif;">L’Antifascismo
perciò appartiene a tutte le forze democratiche. Nell’Antifascismo c’è spazio
per tutti, da destra a sinistra, perché Antifascismo è sinonimo di democrazia. Nel
Fascismo c’è stato spazio solo per chi si dichiarava fascista: gli altri hanno
fatto una brutta fine. Nello spazio democratico antifascista, paradossalmente, fin
quasi da subito c’è stato posto persino per le forze neofasciste, che invece hanno
continuato ad avvelenare il dibattito pubblico, sputando nel piatto dove
mangiavano, invocando una libertà di parola a cui hanno avuto pieno accesso
senza avere in realtà mai fatto nulla per meritarla, mentendo e mistificando la
narrazione storica. Eppure sono ancora là, in nome di una libertà di espressione,
che riesce a garantire parola anche a chi la usa per scopi illiberali. Ecco
perché l’Antifascismo è diventato garanzia per tutti, anche per quelli che in
un contesto differente forse non avrebbero goduto della stessa dignità. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Trebuchet MS",sans-serif;">Buona
Festa della Liberazione a tutti e tutte.</span></p><p></p>Cosimo Piovasco di Rondòhttp://www.blogger.com/profile/15998615228599493283noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7778467742649731723.post-48172633706867270172022-01-09T11:20:00.000+01:002022-01-09T11:20:28.664+01:00Aria di famiglia<p style="text-align: justify;"><span style="font-family: trebuchet;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: trebuchet;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEj7kJY1DH4PTFbqHIWAHvVtndiHoV-C80K9BLda7FfAlNnLAQ5tvfeq_wybqTjlY6UeCXHWHC0DJSkq-M9tXOgzk44VekGG-rWJ4tNs8_wn3nHpn-2pr44Mra2rZIdv3BvzMXcgaB-yB0x8Jd9WQ8aTtIp5Fvtf30XBcDh6JUZXks2YW7swq6eI3QE8dQ=s3000" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="3000" data-original-width="2114" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEj7kJY1DH4PTFbqHIWAHvVtndiHoV-C80K9BLda7FfAlNnLAQ5tvfeq_wybqTjlY6UeCXHWHC0DJSkq-M9tXOgzk44VekGG-rWJ4tNs8_wn3nHpn-2pr44Mra2rZIdv3BvzMXcgaB-yB0x8Jd9WQ8aTtIp5Fvtf30XBcDh6JUZXks2YW7swq6eI3QE8dQ=w141-h200" width="141" /></a></span></div><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Trebuchet MS", sans-serif; line-height: 107%;">Sono pochi i nomi che entrano nella Storia, e non molte
le persone che possono vantare di discendere da loro. La storiografia che
tramandiamo del resto è molto più legata a eventi, episodi, battaglie e soprattutto
singoli personaggi, piuttosto che ai processi storici e ai movimenti di massa,
perciò è naturale pensare che la Storia sia responsabilità solo di alcuni. In
più, il modo in cui ne parliamo ci fa idealizzare i protagonisti facendoceli
apparire come buoni eroi o come campioni del male, che hanno operato isolati dal
proprio contesto. </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Trebuchet MS", sans-serif;">Nella realtà non funziona proprio così.</span></p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p><span></span></p><a name='more'></a><span style="font-family: trebuchet;"><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Trebuchet MS", sans-serif;">Eppure nella crisi delle
grandi narrazioni e delle grandi ideologie che stiamo vivendo, per qualcuno il
discorso vale ancora: si attaccano all’idea che si sono fatti di quei
protagonisti, senza porsi domande sulle cause e soprattutto le conseguenze delle
loro azioni. Ma vi siete mai chiesti cosa c’è dietro le grandi decisioni del
passato? Vi siete chiesti come vi sareste comportati se foste vissuti nei vari
contesti che studiamo sui libri? Raccontare la Storia serve a non ripetere gli
stessi errori, ci viene detto, ma questo è possibile solo se sul passato abbiamo
un occhio critico e attivo. Se è vero che «la Storia siamo noi», come ammoniva
Francesco De Gregori, «nessuno si senta escluso»!</span></div></span><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Ecco che allora il discorso si allarga, perché non solo ci rendiamo conto di essere noi stessi immersi nella storia presente (difficile, certo, da decifrare), ma anche di discendere da persone che hanno preso parte alla Storia passata e che, nel loro piccolo, l’hanno costruita, più o meno consapevolmente. A loro che la vivevano magari sembrava poca cosa, ma nel passato drammatico del nostro paese a volte compiere una scelta piuttosto che un’altra poteva significare davvero molto, ed avere ripercussioni sulle generazioni successive. È stato così ai tempi del fascismo, quando disobbedire ha avuto significati diversi e diametralmente opposti nell’arco di vent’anni. La disobbedienza violenta e conformista, che ha portato frange ribelli al potere con la forza del sopruso, ha favorito l’imporsi di un regime; via via che la dittatura diventava più feroce, disobbedire, nel piccolo della propria famiglia o nel grande delle formazioni partigiane, ha significato resistere, per abbattere finalmente il regime.</span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Il movimento di resistenza ha avuto sfaccettature molto diverse, coinvolgendo anche chi non sapeva di starci dentro. Ce lo mostra Maria Chiara Gianolla, raccontando i suoi antenati in appendice al suo graphic novel “A Black Carol: a ghost story of Fascism” (Momo edizioni, 2021): qualcuno apertamente antifascista, che ha ingurgitato olio di ricino e rischiato la vita in azioni partigiane, qualcuno che ha maturato una posizione di opposizione al regime vivendolo da dentro, qualcuno infine semplicemente così fieramente attaccato alla sua autonomia da rifiutare semplicemente di tesserarsi, dando poi rifugio di tanto in tanto a soldati sperduti e spauriti dell’una o dell’altra parte.</span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Una bella fotografia, insomma, che racconta di un’Italia piccola e anonima, che però non solo ha contribuito a scrivere una pagina di Storia, ma che -potremmo dire- si è come vaccinata ideologicamente (dando come frutto la Costituzione repubblicana), perché grazie al suo esempio potessimo difenderci dal fascismo di ieri, di oggi e di domani. Maria Chiara con il suo lavoro interpreta la voce di questi tre fantasmi, per aiutarci a riconoscerli nel nostro quotidiano e permetterci di prendere una posizione, diventando a nostra volta protagonisti della Storia. Un’opera preziosissima di questi tempi.</span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Trebuchet MS", sans-serif;">Io ne sono particolarmente felice, poiché, come diceva Clint Eastwood a chiosa di un capolavoro del cinema, «c’è aria di famiglia in quella fotografia». Rispondo continuando la citazione: «succede, a volte, tra fratello e sorella!».</span></p>Cosimo Piovasco di Rondòhttp://www.blogger.com/profile/15998615228599493283noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7778467742649731723.post-22305875504124797282021-07-19T10:59:00.001+02:002021-07-19T11:00:19.702+02:00Genova: frantumi di lotta<p></p><p style="text-align: justify;"><span face=""Trebuchet MS",sans-serif" style="color: black; font-size: 10pt;">Fabrizio De André, quando gli chiedevano se preferiva definirsi
cantautore o poeta, citava Benedetto Croce: «Fino a diciotto anni tutti
scrivono poesie; dopo, possono continuare a farlo solo due categorie di
persone: i poeti e i cretini». Con la poesia non ho mai avuto un rapporto
facile, tuttavia davanti a certi eventi è più faticoso tacere che esprimere
quello che si ha dentro. La razionalità la immagino come un argine che
disciplina il fiume delle emozioni, ma a volte il flusso è talmente impetuoso
che anche chi non è poeta (o scrittore, o pittore...)
non può fare a meno di lasciarlo andare così come viene. Ero poco più che
diciottenne -per l'appunto- quando un'onda di piena mi travolse: le cronache
del G8 di Genova. Mi ritrovai, come tutti, in un turbinio di emozioni, ma
ancora di più mi sembrò sin da subito si fosse segnato uno spartiacque
definitivo per tutti noi cittadini d'Europa: se la caduta del Muro di Berlino
ci aveva fatto rinascere, quegli eventi ci fecero uscire dall'innocenza
infantile, lasciandoci, sulle prime, atterriti. Ad oggi sono vent'anni che ho
la sensazione di stare raccogliendo i frantumi di quello che è stato e ricomporli per costruire qualcosa di nuovo; per non
dimenticare, rileggo quello che scrissi allora, da poeta o da cretino.<o:p></o:p></span></p>
<p style="-webkit-text-stroke-width: 0px; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;"><span></span></p><a name='more'></a><span face=""Trebuchet MS", sans-serif" style="font-size: 10pt;"><br /></span><p></p><p style="-webkit-text-stroke-width: 0px; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;"><span face=""Trebuchet MS", sans-serif" style="font-size: 10pt;"><i>e d'un tratto il buio,</i></span></p>
<p style="-webkit-text-stroke-width: 0px; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;"><span face=""Trebuchet MS",sans-serif" style="color: black; font-size: 10pt;"><i>o fumo...<o:p></o:p></i></span></p>
<p style="-webkit-text-stroke-width: 0px; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;"><span face=""Trebuchet MS",sans-serif" style="color: black; font-size: 10pt;"><o:p><i> </i></o:p></span></p>
<p style="-webkit-text-stroke-width: 0px; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;"><span face=""Trebuchet MS",sans-serif" style="color: black; font-size: 10pt;"><i>è notte, ma di giorno<o:p></o:p></i></span></p>
<p style="-webkit-text-stroke-width: 0px; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;"><span face=""Trebuchet MS",sans-serif" style="color: black; font-size: 10pt;"><o:p><i> </i></o:p></span></p>
<p style="-webkit-text-stroke-width: 0px; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;"><span face=""Trebuchet MS",sans-serif" style="color: black; font-size: 10pt;"><i>la folla corre urla<o:p></o:p></i></span></p>
<p style="-webkit-text-stroke-width: 0px; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;"><span face=""Trebuchet MS",sans-serif" style="color: black; font-size: 10pt;"><i>fugge,<o:p></o:p></i></span></p>
<p style="-webkit-text-stroke-width: 0px; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;"><span face=""Trebuchet MS",sans-serif" style="color: black; font-size: 10pt;"><i>da chi? non sa.<o:p></o:p></i></span></p>
<p style="-webkit-text-stroke-width: 0px; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;"><span face=""Trebuchet MS",sans-serif" style="color: black; font-size: 10pt;"><i>Paura.<o:p></o:p></i></span></p>
<p style="-webkit-text-stroke-width: 0px; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;"><span face=""Trebuchet MS",sans-serif" style="color: black; font-size: 10pt;"><o:p><i> </i></o:p></span></p>
<p style="-webkit-text-stroke-width: 0px; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;"><span face=""Trebuchet MS",sans-serif" style="color: black; font-size: 10pt;"><i>d'improvviso<o:p></o:p></i></span></p>
<p style="-webkit-text-stroke-width: 0px; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;"><span face=""Trebuchet MS",sans-serif" style="color: black; font-size: 10pt;"><i>la voce<o:p></o:p></i></span></p>
<p style="-webkit-text-stroke-width: 0px; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;"><span face=""Trebuchet MS",sans-serif" style="color: black; font-size: 10pt;"><i>Un compagno è morto!<o:p></o:p></i></span></p>
<p style="-webkit-text-stroke-width: 0px; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;"><span face=""Trebuchet MS",sans-serif" style="color: black; font-size: 10pt;"><o:p><i> </i></o:p></span></p>
<p style="-webkit-text-stroke-width: 0px; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;"><span face=""Trebuchet MS",sans-serif" style="color: black; font-size: 10pt;"><i>no, non è vero.<o:p></o:p></i></span></p>
<p style="-webkit-text-stroke-width: 0px; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;"><span face=""Trebuchet MS",sans-serif" style="color: black; font-size: 10pt;"><i>è vero. un colpo.<o:p></o:p></i></span></p>
<p style="-webkit-text-stroke-width: 0px; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;"><span face=""Trebuchet MS",sans-serif" style="color: black; font-size: 10pt;"><o:p><i> </i></o:p></span></p>
<p style="-webkit-text-stroke-width: 0px; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;"><span face=""Trebuchet MS",sans-serif" style="color: black; font-size: 10pt;"><i>lacrime<o:p></o:p></i></span></p>
<p style="-webkit-text-stroke-width: 0px; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;"><span face=""Trebuchet MS",sans-serif" style="color: black; font-size: 10pt;"><i>coi lacrimogeni<o:p></o:p></i></span></p>
<p style="-webkit-text-stroke-width: 0px; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;"><span face=""Trebuchet MS",sans-serif" style="color: black; font-size: 10pt;"><i>lacrime<o:p></o:p></i></span></p>
<p style="-webkit-text-stroke-width: 0px; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;"><span face=""Trebuchet MS",sans-serif" style="color: black; font-size: 10pt;"><i>finito il fumo.<o:p></o:p></i></span></p>
<p style="-webkit-text-stroke-width: 0px; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;"><span face=""Trebuchet MS",sans-serif" style="color: black; font-size: 10pt;"><o:p><i> </i></o:p></span></p>
<p style="-webkit-text-stroke-width: 0px; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;"><span face=""Trebuchet MS",sans-serif" style="color: black; font-size: 10pt;"><i>Hanno ucciso un compagno<o:p></o:p></i></span></p>
<p style="-webkit-text-stroke-width: 0px; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;"><span face=""Trebuchet MS",sans-serif" style="color: black; font-size: 10pt;"><i>ASSASSINI!<o:p></o:p></i></span></p>
<p style="-webkit-text-stroke-width: 0px; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;"><span face=""Trebuchet MS",sans-serif" style="color: black; font-size: 10pt;"><o:p><i> </i></o:p></span></p>
<p style="-webkit-text-stroke-width: 0px; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;"><span face=""Trebuchet MS",sans-serif" style="color: black; font-size: 10pt;"><i>negli occhi<o:p></o:p></i></span></p>
<p style="-webkit-text-stroke-width: 0px; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;"><span face=""Trebuchet MS",sans-serif" style="color: black; font-size: 10pt;"><i>lacrime<o:p></o:p></i></span></p>
<p style="-webkit-text-stroke-width: 0px; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;"><span face=""Trebuchet MS",sans-serif" style="color: black; font-size: 10pt;"><i>sulla faccia<o:p></o:p></i></span></p>
<p style="-webkit-text-stroke-width: 0px; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;"><span face=""Trebuchet MS",sans-serif" style="color: black; font-size: 10pt;"><i>sangue<o:p></o:p></i></span></p>
<p style="-webkit-text-stroke-width: 0px; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;"><span face=""Trebuchet MS",sans-serif" style="color: black; font-size: 10pt;"><i>nel cuore<o:p></o:p></i></span></p>
<p style="-webkit-text-stroke-width: 0px; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;"><span face=""Trebuchet MS",sans-serif" style="color: black; font-size: 10pt;"><i>rabbia<o:p></o:p></i></span></p>
<p style="-webkit-text-stroke-width: 0px; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;"><span face=""Trebuchet MS",sans-serif" style="color: black; font-size: 10pt;"><i>e paura.<o:p></o:p></i></span></p>
<p style="-webkit-text-stroke-width: 0px; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;"><span face=""Trebuchet MS",sans-serif" style="color: black; font-size: 10pt;"><o:p><i> </i></o:p></span></p>
<p style="-webkit-text-stroke-width: 0px; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;"><span face=""Trebuchet MS",sans-serif" style="color: black; font-size: 10pt;"><i>È questa la pace?<o:p></o:p></i></span></p>
<p style="-webkit-text-stroke-width: 0px; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;"><span face=""Trebuchet MS",sans-serif" style="color: black; font-size: 10pt;"><i>È questa libertà?<o:p></o:p></i></span></p>
<p style="-webkit-text-stroke-width: 0px; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;"><span face=""Trebuchet MS",sans-serif" style="color: black; font-size: 10pt;"><i>È questa democrazia?<o:p></o:p></i></span></p>
<p style="-webkit-text-stroke-width: 0px; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;"><span face=""Trebuchet MS",sans-serif" style="color: black; font-size: 10pt;"><o:p><i> </i></o:p></span></p>
<p style="-webkit-text-stroke-width: 0px; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;"><span face=""Trebuchet MS",sans-serif" style="color: black; font-size: 10pt;"><i>non c'è più tempo<o:p></o:p></i></span></p>
<p style="-webkit-text-stroke-width: 0px; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;"><span face=""Trebuchet MS",sans-serif" style="color: black; font-size: 10pt;"><i>una sirena<o:p></o:p></i></span></p>
<p style="-webkit-text-stroke-width: 0px; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;"><span face=""Trebuchet MS",sans-serif" style="color: black; font-size: 10pt;"><i>uno scoppio<o:p></o:p></i></span></p>
<p style="-webkit-text-stroke-width: 0px; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;"><span face=""Trebuchet MS",sans-serif" style="color: black; font-size: 10pt;"><i>un grido<o:p></o:p></i></span></p>
<p style="-webkit-text-stroke-width: 0px; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;"><span face=""Trebuchet MS",sans-serif" style="color: black; font-size: 10pt;"><o:p><i> </i></o:p></span></p>
<p style="-webkit-text-stroke-width: 0px; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;"><span face=""Trebuchet MS",sans-serif" style="color: black; font-size: 10pt;"><i>Hanno ucciso un compagno<o:p></o:p></i></span></p>
<p style="-webkit-text-stroke-width: 0px; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;"><span face=""Trebuchet MS",sans-serif" style="color: black; font-size: 10pt;"><i>ASSASSINI!<o:p></o:p></i></span></p>
<p style="-webkit-text-stroke-width: 0px; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;"><span face=""Trebuchet MS",sans-serif" style="color: black; font-size: 10pt;"><o:p><i> </i></o:p></span></p>
<p style="-webkit-text-stroke-width: 0px; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;"><span face=""Trebuchet MS",sans-serif" style="color: black; font-size: 10pt;"><i>colpi in aria,<o:p></o:p></i></span></p>
<p style="-webkit-text-stroke-width: 0px; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;"><span face=""Trebuchet MS",sans-serif" style="color: black; font-size: 10pt;"><i>addosso,<o:p></o:p></i></span></p>
<p style="-webkit-text-stroke-width: 0px; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;"><span face=""Trebuchet MS",sans-serif" style="color: black; font-size: 10pt;"><i>fumo.<o:p></o:p></i></span></p>
<p style="-webkit-text-stroke-width: 0px; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;"><span face=""Trebuchet MS",sans-serif" style="color: black; font-size: 10pt;"><o:p><i> </i></o:p></span></p>
<p style="-webkit-text-stroke-width: 0px; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;"><span face=""Trebuchet MS",sans-serif" style="color: black; font-size: 10pt;"><i>dal buio un esercito di manganelli<o:p></o:p></i></span></p>
<p style="-webkit-text-stroke-width: 0px; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;"><span face=""Trebuchet MS",sans-serif" style="color: black; font-size: 10pt;"><i>violento arriva.<o:p></o:p></i></span></p>
<p style="-webkit-text-stroke-width: 0px; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;"><span face=""Trebuchet MS",sans-serif" style="color: black; font-size: 10pt;"><i>fa male.<o:p></o:p></i></span></p>
<p style="-webkit-text-stroke-width: 0px; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;"><span face=""Trebuchet MS",sans-serif" style="color: black; font-size: 10pt;"><o:p><i> </i></o:p></span></p>
<p style="-webkit-text-stroke-width: 0px; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;"><span face=""Trebuchet MS",sans-serif" style="color: black; font-size: 10pt;"><i>i volti tumefatti<o:p></o:p></i></span></p>
<p style="-webkit-text-stroke-width: 0px; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;"><span face=""Trebuchet MS",sans-serif" style="color: black; font-size: 10pt;"><i>la lotta spezzata<o:p></o:p></i></span></p>
<p style="-webkit-text-stroke-width: 0px; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;"><span face=""Trebuchet MS",sans-serif" style="color: black; font-size: 10pt;"><i>le idee in frantumi.<o:p></o:p></i></span></p>
<p style="-webkit-text-stroke-width: 0px; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;"><span face=""Trebuchet MS",sans-serif" style="color: black; font-size: 10pt;"><o:p><i> </i></o:p></span></p>
<p style="-webkit-text-stroke-width: 0px; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;"><span face=""Trebuchet MS",sans-serif" style="color: black; font-size: 10pt;"><i>ASSASSINI!</i><o:p></o:p></span></p>
<p style="-webkit-text-stroke-width: 0px; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;"><span face=""Trebuchet MS",sans-serif" style="color: black; font-size: 10pt;"><o:p> </o:p></span></p>
<p style="-webkit-text-stroke-width: 0px; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;"><span face=""Trebuchet MS",sans-serif" style="color: black; font-size: 10pt;">(27-7-2001)</span></p><p></p>Cosimo Piovasco di Rondòhttp://www.blogger.com/profile/15998615228599493283noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7778467742649731723.post-82577005104106513072021-06-08T17:10:00.002+02:002021-06-08T17:10:58.350+02:00La matematica sarà mai il mio mestiere?<p></p><p><span style="font-family: trebuchet;"><br /></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Trebuchet MS", sans-serif;">L'ho chiesto ai miei alunni,
perché dopo anni a sentirmi porre la domanda: «a che serve la matematica?» l'ho
rigirata direttamente a loro, chiedendo lo sforzo a ciascuno di immaginare il
proprio futuro. I nomi che metto li ho inventati, ma le storie (presenti, passate o future) sono vere.</span></p><p><span></span></p><a name='more'></a><span style="font-family: trebuchet;"><div style="text-align: justify;"><br /></div></span><p></p><p></p><p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Trebuchet MS",sans-serif;">A <i>Michele </i>la matematica servirà per
gestire le finanze e gli investimenti, mentre le scienze gli serviranno a
conoscere il corpo umano per fare il dentista. Ovviamente entrambe saranno necessarie per completare gli studi.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Trebuchet MS", sans-serif;"><i>Mario </i>invece non crede che gli
servirà, ma deve ancora vedere se per fare il montatore cinematografico la
matematica c'entra qualcosa.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><i style="font-family: "Trebuchet MS", sans-serif;">Leonardo </i><span style="font-family: "Trebuchet MS", sans-serif;">invece, che già da
bambino aveva ideato un videogioco, vuole diventare informatico e la
matematica, la sua materia preferita da sempre, è alla base di tutto. Del
resto, i suoi genitori ci lavorano con la matematica, chissà nel suo futuro!</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Trebuchet MS", sans-serif;"><i>Elisa </i>rivendica con orgoglio di aver scelto studi scientifici, quindi anche il fatto che la matematica le piaccia. Non
crede che potrà essere un vero e proprio mestiere, però non si sa mai, è un
ambito così vasto...</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><i style="font-family: "Trebuchet MS", sans-serif;">Luigi </i><span style="font-family: "Trebuchet MS", sans-serif;">non sa dire nulla, perché
non sa neanche se sarà ancora vivo, figuriamoci quello che servirà al suo
mestiere. Una cosa è certa: spera che la matematica non ci sia, perché non è
molto bravo.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Trebuchet MS", sans-serif;"><i>Emma </i>fra<i> </i></span><span style="font-family: "Trebuchet MS", sans-serif;">vent'anni sarà più matura e cresciuta ma ora </span><span style="font-family: "Trebuchet MS", sans-serif;">non ha ben chiaro che lavoro
farà da grande; vorrebbe che fosse in ambito scientifico, quindi la
matematica, le sarà sempre utile.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Trebuchet MS", sans-serif;"><i>Lucrezia </i>vuole fare la stilista e
la matematica la aiuterà per fare i conti dei prezzi, ma crede proprio che
assumerà una calcolatrice umana, perché lei non è molto brava coi calcoli.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><i style="font-family: "Trebuchet MS", sans-serif;">Violante</i><span style="font-family: "Trebuchet MS", sans-serif;">, non sa bene il motivo,
ma la precisione e la difficoltà della matematica l'hanno da sempre
affascinata. Vorrebbe diventare medico (un chirurg... una chirurga, chirungo,
crinu... come si scrive?). L'idea di salvare la vita delle persone la fa sognare
fin da ora, e vorrebbe anche dare questa soddisfazione ai genitori, che hanno
sempre creduto in lei.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Trebuchet MS",sans-serif;"><o:p><i></i></o:p></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><i><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj9CS74dInMusTxVK6AQKA4pbbsYxDqp17-WOIbIdtiFPyrujyIqgsZvvg2YYFWRqL74_Kviibld0bPcInE8u9CW_PLSwbOqB92Q-200pqYtrblgpGltlPv3bLLVUPJ6VVTH15GZOKQjXSj/s2048/1623164676343.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2048" data-original-width="2048" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj9CS74dInMusTxVK6AQKA4pbbsYxDqp17-WOIbIdtiFPyrujyIqgsZvvg2YYFWRqL74_Kviibld0bPcInE8u9CW_PLSwbOqB92Q-200pqYtrblgpGltlPv3bLLVUPJ6VVTH15GZOKQjXSj/w200-h200/1623164676343.jpg" width="200" /></a></i></div><i>G</i><span style="font-family: "Trebuchet MS", sans-serif;"><i>iada </i>vuole fare la regista e la
matematica secondo lei sarà molto utile per calcolare le distanze degli attori
e l'apertura degli obiettivi.</span><p></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><i style="font-family: "Trebuchet MS", sans-serif;">Marina </i><span style="font-family: "Trebuchet MS", sans-serif;">è convinta che la
matematica continuerà a studiarla, ma a non capirla, e in ogni caso non sa
proprio come si possa collegare al suo indirizzo di studi.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Trebuchet MS", sans-serif;">Per <i>Cristiano </i>invece la matematica è una passione. La scuola che ha scelto gli richiederà molto
sforzo, però gli permetterà di raggiungere obiettivi con soddisfazione.
Altrettanto bello è lo studio delle scienze, una materia che risponde a quei «perché?»
che da sempre gli frullano in testa. Del resto, la curiosità è la molla della vita.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Trebuchet MS", sans-serif;">Se </span><i style="font-family: "Trebuchet MS", sans-serif;">Piero </i><span style="font-family: "Trebuchet MS", sans-serif;">riuscirà a diventare un
comandante, la geometria gli permetterà di organizzare lo schieramento
dell'esercito, ma se farà l'attore forse sarà meno importante.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Trebuchet MS", sans-serif;">Secondo <i>Davide </i>la matematica
serve a tutto perché sta dentro a tutto. Nel suo futuro ci sarà, perché gli
servirà anche a contare tutti i soldi che riuscirà a fare, che lo renderanno
più ricco di Elon Musk!</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Trebuchet MS", sans-serif;"><i>Irene </i>confessa che quando si è
piccoli la matematica appare odiosa, perché si vedono solo i calcoli, ma secondo
lei è ben altro: ora che è cresciuta è la sua materia preferita e qualsiasi
sarà il suo mestiere, la matematica sarà il suo antistress.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Trebuchet MS", sans-serif;">Secondo </span><i style="font-family: "Trebuchet MS", sans-serif;">Benedetta </i><span style="font-family: "Trebuchet MS", sans-serif;">è una questione
di punti di vista: certe volte piace e certe volte no, ma in qualunque lavoro
sarà necessaria, soprattutto perché il suo sogno è fare il medico. La
matematica le servirà anche per la vita di tutti i giorni, dal pagare le
bollette ad aiutare i figli nei compiti. Quando lo farà è già pronta ad
emozionarsi, perché proprio lei, che adesso fatica ancora a ricordare le
tabelline, sarà in grado di guidare qualcuno nella risoluzione di un esercizio.
Com'è bella la matematica da questo punto di vista!</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Trebuchet MS",sans-serif;"><i>Tiziano </i>non ha le idee chiare sul
futuro: se riuscirà a fare il calciatore la matematica non gli servirà granché,
ma se lavorerà in un'agenzia di viaggi allora forse sì; per fare l'allenatore forse
servirà poco, ma se riuscirà a diventare imprenditore, e quindi presidente di
una squadra di calcio, allora sarà necessario saper fare bene i conti.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: "Trebuchet MS",sans-serif;"></span></p><div style="text-align: justify;"><i style="font-style: italic;">Danilo </i>vorrebbe fare l'analista
di dati per un'azienda, spiegare grafici e tabelle davanti
ad un tavolo pieno di dirigenti, dentro un palazzone a vetri. La sua giornata
ideale comincia la mattina presto e finisce il pomeriggio, quando il sole ha
quei toni caldi; al ritorno nella sua bella casa a due piani potrà mettersi
comodo a preparare altre presentazioni. Chissà perché erano convinti che gli
sarebbe piaciuto fare il netturbino, e invece non è così! <div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg4ZqylGUylABcJVIJcS8N10pYaSbNGVVAPGNuHiqlzN3Rky-r1xlOtzsGVNUN7kuErLQQ80GdC9qIBCavVxQYkhXeGkMk7Z5pgZjuRBOTVvV-OPqT0icjMI6pbJnqwBpsmZPb1ybfSCNgl/s2048/1623164676335.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em; text-align: justify;"><img border="0" data-original-height="1102" data-original-width="2048" height="133" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg4ZqylGUylABcJVIJcS8N10pYaSbNGVVAPGNuHiqlzN3Rky-r1xlOtzsGVNUN7kuErLQQ80GdC9qIBCavVxQYkhXeGkMk7Z5pgZjuRBOTVvV-OPqT0icjMI6pbJnqwBpsmZPb1ybfSCNgl/w248-h133/1623164676335.jpg" width="248" /></a></div></div><p></p><p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Trebuchet MS", sans-serif;">Infine ci sono io, che quando propongo queste attività ritorno sempre con la mente a quando ero piccolo e </span><span style="font-family: "Trebuchet MS", sans-serif;">non sapevo cosa mi aspettava veramente dietro l’angolo (o forse un po’ sì!): la matematica mi emozionava, per cui sapevo che in qualche modo </span><span style="font-family: "Trebuchet MS", sans-serif;">mi avrebbe accompagnato anche nel futuro. Così adesso, quando ascolto
la canzone di Venditti “Notte prima degli esami” posso cantarci sopra a
squarciagola: «la matematica </span><i style="font-family: "Trebuchet MS", sans-serif;">sarà</i><span style="font-family: "Trebuchet MS", sans-serif;"> il mio mestiere!»... perché in effetti lo è stato.</span></p><p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Trebuchet MS",sans-serif;">Grazie ragazzi per le storie che avete voluto raccontarmi e per le parole di affetto che mi avete scritto. Che sia dritto o curvo, vi auguro b</span><span style="font-family: "Trebuchet MS", sans-serif;">uon cammino! </span></p><p></p>Cosimo Piovasco di Rondòhttp://www.blogger.com/profile/15998615228599493283noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7778467742649731723.post-7103393929220687402021-03-10T08:59:00.003+01:002021-03-10T13:45:28.813+01:00Noi siamo diversi da loro<p></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span face=""Trebuchet MS",sans-serif">Tra il
serio e il faceto lo dico sempre ai miei studenti: quando vincerete il Nobel (o
la medaglia Fields o qualche altro prestigioso riconoscimento) ricordatevi di mandarmi
i saluti! Non lo dico tanto per dire, ci credo davvero: vedo tra le mie alunne
e i miei alunni troppe intelligenze brillanti per non pensare che tra di loro
si nascondano scienziati, scrittori, artisti, politici, imprenditori… persone
che faranno delle proprie capacità espressive, logiche, analitiche o sintetiche
qualcosa di grande. È qualcosa di più di una speranza, è un investimento di cui
attendo con ansia i frutti. Del resto, se fai con passione il mio mestiere, vivi
questa attesa come grande motivazione, perché sai che in qualche modo nel
successo futuro di un alunno c’è annidato il tuo lavoro nel presente. <o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span face=""Trebuchet MS",sans-serif"><br /></span></p>
<p class="MsoNormal"><span face=""Trebuchet MS",sans-serif"><span></span></span></p><a name='more'></a><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span face=""Trebuchet MS",sans-serif">È con
questo spirito che <b>Albert Camus</b>, poco dopo aver vinto il premio Nobel per la
letteratura nel 1957, ringrazia il suo maestro elementare:<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><i><span face=""Trebuchet MS",sans-serif">«Caro
signor Germain, […] quando mi è giunta la notizia [di aver vinto il premio], il
mio primo pensiero, dopo che per mia madre, è stato per lei. Senza di lei,
senza quella mano affettuosa che lei tese a quel bambino povero che io ero,
senza il suo insegnamento e il suo esempio, non ci sarebbe stato nulla di tutto
questo.»<o:p></o:p></span></i></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span face=""Trebuchet MS",sans-serif">È un po’
il sogno di tutti noi insegnanti, un ex alunno che al culmine del suo successo
si ricorda di noi e del nostro lavoro. La vera sfida è che il nostro ricordo sia
sprone, innesco per un percorso di vita in cui ciascuno possa esprimere al
meglio le proprie capacità.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span face=""Trebuchet MS",sans-serif">Ma la
scuola non è solo entusiasmi, lo sappiamo bene, è anche fatica e frustrazione,
che se non sono ben dosate diventano mortificazione del talento. Questo ci
dice, ad esempio, il commento pubblicato su Twitter dai <b>M</b></span><span face=""Trebuchet MS",sans-serif" style="mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin;"><b>å</b></span><span face=""Trebuchet MS",sans-serif"><b>neskin
</b>non appena vinto il Festival di Sanremo:<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><i><span face=""Trebuchet MS",sans-serif">«Dedichiamo
questa vittoria a quel prof che ci diceva sempre di stare zitti e buoni.»<o:p></o:p></span></i></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span face=""Trebuchet MS",sans-serif">Ancora
una volta la dedica è ad un insegnante, ma la direzione è contraria a quella di
<b>Camus</b>: al posto della dolcezza c’è il sarcasmo, al posto della memoria la rivalsa,
al posto del modello inclusivo di scuola c’è quello esclusivo. Insomma, due interpretazioni
diametralmente opposte, che in qualche modo chiudono un corto circuito tra una
scuola “buona” (in cui si ascolta e si permette all’alunno di esprimersi) e una
scuola “cattiva” (in cui vigono dispotismo e mortificazione).<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span face=""Trebuchet MS",sans-serif">Dallo
stesso palco già <b>Daniele Silvestri</b> e <b>Rancore </b>l’avevano denunciato nel 2019: «Ho
sedici anni ma è già da più di dieci che vivo in un carcere […] costretto a
rimanere seduto per ore, immobile e muto per ore». Ancora l’invito ad un silenzio
di cui non si capisce il senso: «questa prigione corregge e prepara una vita che
non esiste più da almeno vent'anni!».<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span face=""Trebuchet MS",sans-serif">Ecco il
punto: a cosa ci prepara la fatica che viviamo tra i banchi di classe? Tutto
quel bagaglio di silenzio, di noia, di delusione… serve davvero a qualcosa?
Quando ascolto ragazzi che fanno sport mi raccontano di vessazioni incredibili dal
loro allenatore, ma in loro c’è una speranza che li motiva, di eccellere in una
specialità. Non è diverso per chi apprende uno strumento musicale o un mestiere:
per esprimere il talento serve lavoro e disciplina. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span face=""Trebuchet MS",sans-serif">Dopo tutto, lo
dicono anche i <b>M</b></span><span face=""Trebuchet MS",sans-serif" style="mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin;"><b>å</b></span><span face=""Trebuchet MS",sans-serif"><b>neskin </b>nel loro brano: «Scusami,
ma ci credo tanto che posso fare questo salto e anche se la strada è in salita
per questo ora mi sto allenando»; aggiungono «io ho scritto pagine e pagine, ho
visto sale poi lacrime […] ma se trovi il senso del tempo risalirai dal tuo
oblio». Dov’è la differenza tra questo dolore e quello di stare “zitti e buoni”
ad un banco di scuola? È la percezione del senso di una fatica che li possa far
volare. I ragazzi spesso si sentono soli in questo: «con ali di cera alla
schiena ricercherò quell'altezza», spetta a noi adulti aiutarli a costruirsi delle
ali che non si sciolgano al sole, invece a volte ci limitiamo a dirgli come
volare, senza neanche sforzarci di guardare il cielo.<o:p></o:p></span></p><p></p>Cosimo Piovasco di Rondòhttp://www.blogger.com/profile/15998615228599493283noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-7778467742649731723.post-5044220515955302012020-09-28T07:58:00.002+02:002020-09-28T14:59:16.822+02:00Margherita dolce vita?<p></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span face=""Trebuchet MS",sans-serif">Margherita
è una mia ex alunna, una delle più brave della sua classe. Conservo un bel
ricordo di lei: dei suoi occhi chiari e brillanti, che esprimono uno sguardo
profondo e triste, del suo sorriso a metà, della sua dedizione per il lavoro e
per lo studio. L’ho rincontrata di recente, mentre facevo la spesa, e ci siamo
salutati con affetto. Ha avuto una vita difficile, Margherita, e solo da adulta
ha potuto prendere la licenza di Scuola Secondaria di Primo Grado. Ero suo
professore allora, ricordo la sua emozione e la gran quantità di lavoro che le
ha permesso di prendere il voto più alto. Racconto spesso la sua storia. C’è da
dire che Margherita non si chiama veramente così, ma il suo nome non posso dirlo,
perché Margherita è detenuta e la attendono ancora molti anni da scontare.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"></p><div style="text-align: justify;"><span face=""Trebuchet MS", sans-serif"> </span></div><span face=""Trebuchet MS",sans-serif"><o:p><span><a name='more'></a></span></o:p></span><p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span face=""Trebuchet MS",sans-serif"><br /></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span face=""Trebuchet MS",sans-serif">Alcuni
anni fa (vedi <a href="http://baronirampanti.blogspot.com/2013/08/il-mio-primo-giorno-da-supplente-in.html" target=""><b>qui</b></a> e <a href="http://baronirampanti.blogspot.com/2013/03/un-piccolo-gesto-di-gentilezza.html"><b>qui</b></a>) ho avuto il privilegio di insegnare alcuni mesi presso un
carcere femminile: è stata un’esperienza che ha profondamente mutato il mio
modo di lavorare ed il mio approccio alla scuola. Il quartiere dove sono nato e
cresciuto si sviluppa intorno a quel carcere, perciò buona parte delle persone
della zona hanno avuto modo di mettere piede lì dentro: che sia per lavoro, per
volontariato o per scontare una pena, il carcere è inserito profondamente nel nostro
tessuto sociale. Anch’io da ragazzo guardavo con curiosità e timore a quel lunghissimo
muro grigio.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span face=""Trebuchet MS",sans-serif">Se
dovessi adesso descrivere con una sola parola quello che ho trovato lì dentro, userei
“malizia”. Molti dei gesti che facevo o vedevo fare sembravano forzati, viziati
da un pensiero o uno sguardo opportunista, che si attaccava persino alle
intenzioni. Mi è capitato di dire parole gentili, parole ironiche, parole
confidenti… alcune di esse mi si sono ritorte contro, altre hanno rischiato di
ritorcersi contro le mie alunne. Tuttavia, a dispetto dell’etimologia che lega il
termine “cattivi” ai prigionieri, la maggiore malizia l’ho incontrata negli
altri lavoratori come me, talvolta invidiosi, talvolta interessati a qualche
doppio fine. Da parte delle alunne ho ricevuto invece lo stesso rispetto che io
davo a loro.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span face=""Trebuchet MS",sans-serif">Uno dei
ricordi più belli è il percorso scolastico di Margherita, che preparò per l’esame
una tesina sui fiori, scritta a mano, con immagini fotocopiate ed incollate, i
titoli scritti in penna rossa e i disegni eseguiti con pastelli colorati. Se
penso a quanto sia difficile in carcere ottenere anche solo una penna nera, non
riesco ad immaginare con quali difficoltà sia riuscita a procurarsi tutto l’occorrente!
<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span face=""Trebuchet MS",sans-serif">La
scuola per gli adulti solitamente è diversa rispetto a quella per i ragazzi:
deve tenere conto della minore elasticità mentale, degli impegni di lavoro e di
tanti altri fattori che rendono necessario valorizzare più l’impegno che i
risultati. Lo stesso vale per gli adulti detenuti, che nella loro giornata
oltre a studiare lavorano e devono rispettare numerosi obblighi con orari molto
precisi. Eppure con quella piccola classe di donne siamo riusciti a costruire
una normalità scolastica in un contesto assolutamente anormale; e Margherita è
riuscita ad affrontare la scuola con tale dedizione da rendere i suoi risultati
all’altezza del suo impegno.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span face=""Trebuchet MS",sans-serif">Tutto normale,
dunque? No, perché dopo l’esame salutai quella classe e per l’unica volta nella
mia carriera fui io ad andarmene, lasciando lì le mie alunne; il contrario di
quello che avviene normalmente ad un insegnante. Questo mi ha reso più di ogni
altra cosa il polso della loro detenzione ed una certa malinconia mi accompagna
ogni volta che ci ripenso.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span face=""Trebuchet MS",sans-serif">Margherita
si è sempre data da fare: prima nella lavanderia del carcere, poi nel bar,
infine fuori, con una cooperativa sociale che si occupa del reinserimento di
persone fragili nel mondo del lavoro. Ecco dunque come l’ho incontrata: ad un
banco del mercato dove vende alimenti biologici prodotti nelle carceri. Sta bene
e svolge il suo compito con il solito impegno. Quando le ho ricordato il suo
esame mi ha sorriso a metà, commentando: «Una vita fa!». A noi prof fa sempre
piacere rincontrare i vecchi alunni, ci domandiamo come siano diventati, come
si siano trasformati e cosa è cambiato nelle loro vite. Rincontrare Margherita
in quel contesto ha significato invece tutto l’opposto, ossia che il suo
presente è lo stesso di tanti anni fa, quando la salutai dopo il suo esame
brillante, lasciandola lì a scontare la sua pena.</span></p><p></p>Cosimo Piovasco di Rondòhttp://www.blogger.com/profile/15998615228599493283noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7778467742649731723.post-4646409398560695672020-03-26T09:56:00.000+01:002020-03-26T09:57:27.843+01:00Di spazio e di tempo, ai tempi del Coronavirus<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">In uno spazio sospeso tra l’attività e il riposo è il tempo,
sovrabbondante e insufficiente, ad entrare in una dimensione ambigua, in
transito verso una meta incerta: è un tempo di attesa.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">È un tempo sospeso ma sovraccarico, di lontananza e vicinanza,
di rapporti e solitudini. È un tempo di relazioni virtuali, chiacchiere disturbate,
immagini disturbanti, sguardi sfuggenti (guardo il monitor o la fotocamera?), tocchi
immaginati, simulati, senza profumi, senza sapori. È un tempo di concentrazione
distratta, di parole vuote, di suggestioni. È un tempo di attesa.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">È un tempo dominato dalla tecnica di dispositivi insostituibili,
ineludibili, inadeguati. È un tempo di batterie scariche, di connessioni
instabili, notifiche, squilli, vibrazioni, portali inaffidabili, inefficienti,
insicuri. È un tempo di visualizzazioni sfocate, pixelate, sgranate, di audio
interrotti, voci tremolanti, singhiozzi finti, generati da problemi di
trasmissione, di ritardi, di immagini bloccate. È un tempo di persone
irraggiungibili, indisponibili, inarrivabili, immobili, inquiete. È un tempo di
attesa.<o:p></o:p></span></div>
<br />Cosimo Piovasco di Rondòhttp://www.blogger.com/profile/15998615228599493283noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7778467742649731723.post-40356014622569765712020-03-06T18:59:00.001+01:002020-03-26T09:52:47.571+01:00Il fumo dalla coda del serpente<div style="text-align: justify;">
<a href="https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/2/2d/Collodi_-_Le_avventure_di_Pinocchio%2C_Bemporad%2C_1892_%28page_102_crop%29.jpg/450px-Collodi_-_Le_avventure_di_Pinocchio%2C_Bemporad%2C_1892_%28page_102_crop%29.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="Risultato immagini per serpente pinocchio" border="0" height="168" src="https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/2/2d/Collodi_-_Le_avventure_di_Pinocchio%2C_Bemporad%2C_1892_%28page_102_crop%29.jpg/450px-Collodi_-_Le_avventure_di_Pinocchio%2C_Bemporad%2C_1892_%28page_102_crop%29.jpg" width="200" /></a><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">«Che cosa aveva veduto? Aveva veduto un grosso serpente, disteso attraverso alla strada, che aveva la pelle verde, gli occhi di fuoco e la coda appuntata, che gli fumava come la cappa di un camino».</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms", sans-serif;">Ancora nel mezzo delle sue disavventure, appena uscito di prigione, Pinocchio si avvia verso la casa della Fata Turchina; assorto nel pensiero dei suoi buoni propositi, si imbatte in un essere mostruoso, che gli sbarra la strada per delle ore: un orribile serpente dagli occhi rossi, che lo minaccia sbuffando fumo dalla coda.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"></span></div>
<a name='more'></a><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il serpente appare aggressivo e vitale finché Pinocchio non si avvicina, quindi si irrigidisce fingendosi morto. Quando il burattino si avvicina, il serpente ritrova la sua vitalità e lo aggredisce, facendolo cadere all’indietro; Pinocchio rimane a dimenarsi con la testa invischiata nel fango e quest’immagine fa talmente ridere il serpente che egli ne muore, scoppiando fragorosamente. Pinocchio riprende la sua corsa verso casa, ma incappa in una tagliola che -ahilui- lo porta verso nuove tribolazioni.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Fin da quando lessi il libro, quest’immagine, poco utile ai fini narrativi, mi è risultata sempre particolarmente strana, inquietante, difficile da decifrare. Il testo tutto, in realtà, è ricco di allegorie e personaggi simbolici, e può essere letto a più piani di interpretazione. L’aspetto morale del racconto è forse quello che gli ha dato maggiormente visibilità, ma ai nostri occhi appare il meno interessante. Si può leggere Pinocchio da molti altri punti di vista: come romanzo di formazione, come mito, come denuncia sociale e politica, come racconto religioso (ricco di riferimenti biblici accurati); a ciascuno di questi livelli, il ruolo dei personaggi può essere letto in maniera differente. Molti di essi sono stati espunti dalla vulgata disneyana, proprio perché troppo complessi. Tra di essi c’è il pescatore verde, la lumachina, il cane Melampo, Alidoro e, appunto, il serpente. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Quest’ultima figura ha suscitato, naturalmente, molte interpretazioni di tipo esoterico, massonico e cabalistico (di cui pare che Collodi fosse un seguace). Me il serpente ha anche una ricca valenza psicologica e archetipica: è tradimento, bugia, inganno, infedeltà… fino a rappresentare il male stesso. I serpenti sono largamente usati come metafora in molti miti e racconti, ma questo ha una caratteristica particolare: il fumo che sbuffa dalla coda. La pelle verde, gli occhi rossi, la coda a punta, la grossa taglia non destano la stessa curiosità, in fondo possono essere delle facili distorsioni della realtà; ma l’immagine del fumo sembra troppo ardita per non essere ispirata a qualcosa (a meno che non abbia un preciso significato simbolico che ad oggi mi sfugge). </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">In effetti una risposta potrebbe essere nel comportamento in natura di alcuni serpenti, soprattutto quelli velenosi, che, al contrario di quanto possiamo pensare, risultano particolarmente remissivi e nel pericolo si immobilizzano come il serpente del racconto. Inoltre raccontano i biologi Caruso e Rabaiotti (statunitensi, malgrado i cognomi) il particolarissimo comportamento del Serpente Corallo di Sonora, <i>Micruroides euryxanthus</i>, rilevato in forma più attenuata anche in altri serpenti: «se minacciato, il serpente nasconde la testa sotto il corpo, solleva la coda e risucchia l’aria dalla cloaca (l’apertura in cui si trova l’ano, n.d.r.) prima di espellerla nuovamente con vigore. Il che produce un rumore scoppiettante che si aggira attorno ai 2,5 kHz» (dal libro “Fa le puzze? La guida definitiva alla flatulenza animale”, Vallardi 2019).</span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Chissà che Collodi non si sia fatto suggestionare proprio da questo fenomeno!</span></div>
Cosimo Piovasco di Rondòhttp://www.blogger.com/profile/15998615228599493283noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-7778467742649731723.post-1324976077586423022019-05-17T14:07:00.000+02:002019-05-17T14:07:12.852+02:00Solidarietà a Rosa Maria Dell'Aria<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Forse adesso, sull’onda dell’emozione, può sembrare facile
urlare a gran voce: IO SONO ROSA MARIA DELL’ARIA, come accade quando qualcuno
subisce un torto così grave come quello dell’insegnante sospesa per aver fatto
il suo lavoro; e per averlo fatto splendidamente, da quanto posso leggere sui
giornali. Eppure la solidarietà che esprimo alla mia collega non è cosa che
nasce ora, ma diverse settimane fa, quando ancora non sapevo niente di lei.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"></span></div>
<a name='more'></a><div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Insegno scienze in una terza media e per il secondo anno
consecutivo celebro la giornata della memoria facendo leggere il manifesto
della razza del 1938 ai miei studenti di terza, confrontandoci, facendoli
riflettere sulle conseguenze del testo e soprattutto, considerato il mio
insegnamento, evidenziando insieme a loro le criticità e i vizi nell’applicazione
del metodo scientifico, che portano ad una radicale confutazione dello scritto.
Quest’anno ho cominciato dall’analisi dell’articolo 3 della Costituzione,
rendendo tutto un po’ più completo ed efficace. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Quando gli studenti sono così stimolati si lasciano
condurre, si appassionano, si incuriosiscono e iniziano a pensare criticamente,
che è l’obiettivo di tutti noi insegnanti: fanno domande, esprimono il proprio
punto di vista e collegano autonomamente lo studio alla realtà di tutti i
giorni. Ecco perciò che alla fine della lezione uno studente ha alzato la mano
e mi ha fatto notare che se era vero quanto avevamo appena studiato, il
ministro Salvini era fuorilegge a chiudere i porti ai migranti. Davanti ad una osservazione
del genere un insegnante cosa può dire? Deve impedire al ragazzo di esprimersi
o aiutarlo a costruirsi un’idea? In nome di cosa avrei dovuto censurare questo
punto di vista, soprattutto considerato che due settimane dopo il ministro è
stato indagato per la vicenda Diciotti? <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">In democrazia tutte le scelte politiche sono contestabili ed
è un preciso dovere della scuola aiutare gli studenti a costruirsi un’opinione,
a prescindere da quale sia il nostro convincimento politico personale. Gli
unici limiti che dobbiamo rispettare sono quelli della legalità e della Costituzione.
Certo, quando i filo fascisti invocano l’articolo 21 per difendere la propria
libertà di espressione allora c’è qualcosa di profondo che ci sta sfuggendo, ed
è molto grave.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Se lo studente avesse
messo nero su bianco la sua osservazione (e non è detto che non lo farà, dato che
porterà questo argomento all’esame) probabilmente anche io sarei nella condizione
della mia collega Dell’Aria e anche io mi troverei ingiustamente punito per non
aver censurato l’idea di un mio alunno. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Gentile ministro Bussetti, se ritiene che la professoressa Dell’Aria
sia stata legittimamente sospesa, allora sospendete anche me; sospendeteci
tutti!</span></div>
Cosimo Piovasco di Rondòhttp://www.blogger.com/profile/15998615228599493283noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7778467742649731723.post-11782104033723974122018-09-12T20:45:00.000+02:002018-09-12T20:45:32.696+02:00Insegnanti artigiani di futuro<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Sono un insegnante, con tutto ciò che ne comporta, aspetti
positivi e negativi. Anche con qualche attesa, a dire il vero, perché
l'insegnamento è un lavoro qualificato; intendo dire che per svolgerlo è
necessaria la laurea. Non sono in molti a possedere questo requisito nel nostro
paese: le ultime rilevazioni <a href="http://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2018/04/08/italia-penultima-ue-laureati1-su-6_6f424de4-9ec9-48bc-8d3a-bb98302bd492.html" target="_blank"><b>Eurostat indicano che solo il 13,7% degli adulti in età lavorativa (15-64 anni) possiede una laurea</b></a>. Escludendo che possano
essere già laureati i giovani fra i 15 e i 22 anni, la percentuale ci posiziona
comunque molto in basso rispetto agli altri paesi europei. Intendiamoci, essere
laureati non è sufficiente a renderci buoni lavoratori, ma le energie che
abbiamo profuso per aumentare la nostra cultura, ampliare il nostro punto di
vista, elaborare la nostra capacità di linguaggio sono superiori a quelle di
coloro che non hanno avuto la possibilità o la voglia di conseguire un titolo
universitario.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<a name='more'></a><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Tra i tanti insegnanti, poi, ce ne sono diversi che sono superqualificati,
ovverosia che possiedono titoli in più rispetto a quelli richiesti: dottorati,
master, specializzazioni. Niente di tutto ciò è strettamente necessario, ma
amplia la nostra prospettiva a vantaggio degli studenti che abbiamo davanti.
Ancora non basta: per fare l'insegnante, tutti ce ne rendiamo conto, occorrono
spiccate competenze relazionali, ed è qui che casca l'asino!<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Nonostante esistano corsi di stampo psicologico o pedagogico
che possiamo seguire per aggiornarci in tal senso, nessuna (o pochissima)
selezione viene effettuata per valutare questi aspetti. Il motivo è molto
semplice: valutare le competenze relazionali è difficile, dispendioso ed ha
ampi margini di soggettività. Mentre per un ispettore del Ministero è
relativamente semplice valutare aspetti tecnici (documentazione in ordine,
appalti affidati in maniera regolare, bilancio curato, ecc.), sarebbe
infinitamente più complesso capire se un insegnante "sa stare" con
gli alunni in maniera costruttiva per il loro benessere futuro. È un lavoro che
richiede il confronto tra tutti i soggetti in gioco: colleghi, alunni,
famiglie, dirigenza. Inoltre, bisogna tener presente la prospettiva con cui si
svolge questo lavoro. L'insegnante è un artigiano della società del futuro e,
poiché lavora nel presente, ha bisogno di avere chiare già da oggi quelle che
potrebbero essere le priorità di domani. In questo processo, non può essere un
passivo esecutore di decisioni prese da altri, ma un soggetto attivo, che ha
bisogno di essere coinvolto anche nella fase progettuale. Altrimenti lavorerà
controvoglia o portando avanti cose che non capisce o che semplicemente non gli
appartengono. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Una scuola che funziona è quella dove tutto il corpo
docente, guidato dal dirigente, si mette al lavoro per costruire un ambiente
educativo in grado di sostenere e far crescere gli alunni, in stretta
cooperazione con le famiglie, che sono la cellula educativa fondamentale della
società. Così come in una famiglia, i genitori affrontano meglio le fatiche
dell'allevare i figli se si sostengono a vicenda, in una scuola il benessere
degli studenti è vincolato all'entusiasmo degli insegnanti. Tanto per fare un
esempio, i lunghi periodi di distacco dalla didattica (non parlo di ferie, ma
di tempo dedicato a fare altro che non sia stare con gli alunni), ci permettono
di essere più lucidi e concentrati nei confronti dei ragazzi, che è la parte
più importante del nostro lavoro.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">La scuola è però un'istituzione pubblica e in quanto tale
risente delle stesse difficoltà di tutti gli uffici pubblici, con l'aggiunta di
elevate aspettative da parte della società. La scarsa motivazione è il problema
più grande, dato che c'è un'ampia svalutazione della professione: dopotutto,
avere un orario apparentemente ridotto ci mette in scacco di fronte ad altre
richieste (dai salari più alti a una considerazione sociale maggiore). Le
scuole private non se la cavano tanto meglio, poiché spesso l'unica misura per
il trattamento di un lavoratore è il risparmio.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Allora che si fa? Si può dare un argine alle grandi
difficoltà che affliggono la scuola italiana? Come si fa a trasformare le
difficoltà in sfide, in modo da passare dalla rassegnazione all'entusiasmo? <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Non esistono risposte semplici a problemi complessi, per cui
togliamoci dalla testa che rendere semplicemente più appetibile una scuola sia
la panacea di tutti i mali. Esistono sperimentazioni dal nome altisonante
(magari inglese), che tuttavia senza il personale qualificato e formato sono
come macchine potenti nelle mani di chi non sa guidare. Soprattutto, è
necessario chiedersi a chi servono: agli alunni per crescere in maniera più
consapevole o alla scuola per acchiappare iscritti? Non credo sia deprecabile
perseguire il secondo obiettivo, ma solo quando viene posposto al primo. Se non
si discutono insieme le finalità educative di un progetto, non è pensabile che
esso dia risultati. Un insegnante può avere un grande potere nei confronti dei
propri alunni, spetta ai dirigenti scegliere se orientare tale potere a
vantaggio della scuola, magari rinforzandolo con la formazione, o fare di tutto
per soffocarlo.</span></div>
Cosimo Piovasco di Rondòhttp://www.blogger.com/profile/15998615228599493283noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-7778467742649731723.post-37104562715916777912017-03-08T18:18:00.000+01:002017-03-08T18:18:00.416+01:00Auguri perché?<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Rivendico il mio diritto di fare gli auguri per l'otto marzo alle donne che incontro tutti i giorni e che conosco. Non per luogo comune, ma perché viviamo in un paese in cui troppo spesso le donne vengono discriminate proprio in quanto donne: sul lavoro, in famiglia o per strada. Viviamo in un paese in cui l'opinione comune viene influenzata da un finto femminismo <i>sui generis</i>, in cui il corpo femminile è ancora più che mai trattato come un oggetto da affittare, noleggiare, vendere, comprare, usare, guardare, giudicare... il tutto a prescindere dalla libertà di scelta della legittima proprietaria, la quale però talvolta rivendica una presunta libertà di farsi affittare, noleggiare, vendere, giudicare, ecc.<br />Viviamo in un mondo che si divide tra paesi che obbligano le donne a coprirsi e paesi che le obbligano a scoprirsi; ma sono pochi i paesi in cui le donne sono libere di vestirsi come vogliono ed essere trattate da persone, senza necessariamente un'etichetta.<br />Viviamo in un paese in cui una donna che studi fisica o chimica è guardata come una chimera, o che si sente ripetere fin dalla scuola primaria che la matematica non è roba da femmine. Nel nostro paese, se una ragazza decide di intraprendere la tortuosa strada della ricerca universitaria, puntualmente si sente sottolineare dal professore (uomo) che a 25 anni sta compiendo una scelta di non avere figli e non costruire una famiglia (commento un uomo non riceve).<br />Viviamo in un paese in cui «<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">M</span>io marito se non lo vesto io si mette due calzini di colore diverso»...</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br />Siccome questi problemi li affronto non solo <span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">oggi</span> ma tutti i giorni dell'anno, anche cercando sensibilizzare i ragazzi con cui lavoro; siccome per queste cose mi incazzo e sto male, perché toccano persone a me vicine; siccome se dipendesse da me selezionerei le persone in base al loro valore, non in base alla loro produttività o alla loro appartenenza a una qualche categoria; siccome questa festa nasce per invocare eguali diritti per uomini e donne, obiettivo oggi ancora lontano; per questo trovo giusto dedicare almeno un giorno l'anno ad approfondire questi temi con particolare attenzione.</span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Quindi rivendico il diritto di fare gli auguri alle donne in quanto donne, perché sono troppe coloro che almeno una volta nella vita sono state costrette a pensare con rabbia: «Ah, se fossi nata uomo!».</span></div>
Cosimo Piovasco di Rondòhttp://www.blogger.com/profile/15998615228599493283noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7778467742649731723.post-51619364931120768202016-11-05T14:44:00.000+01:002016-11-05T14:45:41.688+01:00Siamo nel millenoveciento<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Questa storia non è mia. Non dico che mai lo sarà, o che non lo possa essere stata. Di certo adesso non lo è, ma vale la pena che ve la racconti perché contiene il senso dell'essere insegnante. È una storia antica, che comincia nel Millequattrocento, quasi Millecinque… epoca in cui un piccolo villaggio della Toscana si vide piombare due buffi personaggi, un maestro e un bidello, convinti di provenire dal “Millenoveciento”. La vicenda è quella del film “Non ci resta che piangere” e serve a raccontare la nostra storia.</span></div>
<a name='more'></a><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<iframe width="320" height="266" class="YOUTUBE-iframe-video" data-thumbnail-src="https://i.ytimg.com/vi/9ZBX-rySHl8/0.jpg" src="https://www.youtube.com/embed/9ZBX-rySHl8?feature=player_embedded" frameborder="0" allowfullscreen></iframe></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">I due personaggi (un guizzante Troisi accompagnato da un eclettico Benigni, ancora in possesso della sua patente di guida) sono due lavoratori della scuola, sbalzati chissà come in un paesino medievale, Frìttole, senza sapere perché ma soprattutto senza sapere come uscirne. L'idea geniale per cercare di tornare a casa arriva dal bidello Troisi, che suggerisce al maestro Benigni di cominciare a pensare di essere nel XX secolo, ignorare quello che sta succedendo ed ingannare così l'entità dispettosa («'o Tiemp', Dio, chell' che r'è!») che li ha lanciati nel passato. Convinciamoci: siamo nel “millenoveciento”.</span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"></span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Ci spostiamo nel XXI secolo, dove una sorta di gigantesca Frìttole, che se non fosse vicino alla grande città sarebbe città essa stessa, vive un presente frenetico, denso di vicende di periferia e di lavoro, di scarsità di tempo e sensibilità, di sfiducia verso il prossimo e ancor di più verso le istituzioni. In questo turbinio c'è la scuola, fatta di bidelli Troisi e di maestri Benigni, ma anche di tanti paesani immersi nelle proprie vicende, abitanti di un personalissimo medioevo fatto di individualismo e arroganza.</span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"></span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Un giorno a scuola arriva L., ragazzino insofferente, agitato, nervoso, arrabbiato con la vita e con la famiglia, da cui probabilmente non si sente accolto e capito. Insomma, un ribollire di rabbia e paura, di aggressività e sofferenza, come ce ne sono tanti in ogni scuola. Come a volte capita, non gode del diritto di essere accompagnato dall'insegnante di sostegno, che lo guidi ad accettare la scuola, e tutto è affidato al lavoro dei suoi insegnanti curricolari, che magari sono tanto bravi nella propria disciplina ma, chiusi nel proprio medioevo, non è detto che sappiano relazionarsi con uno studente così particolare. (Il lettore attento si renderà conto che ogni studente in realtà è particolare a modo suo, quindi un insegnante che non sappia relazionarsi con loro in realtà non si sa relazionare con nessun altro! La scuola è fatta anche di questo.)</span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"></span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Fortunatamente, fra i suoi insegnanti ce n'è uno che non si perde d'animo, che comincia a cercare un'interazione con L., anche se all'inizio era solo impedire che fuggisse da scuola. La quotidianità della scuola inizia in maniera imprevedibile, faticosa, sempre in allerta per qualcosa di pericoloso che potrebbe succedere. Insomma, una forza dispettosa aveva tramutato un tranquillo presente in un folle “Millequattrocento, quasi Millecinque” da cui appariva impossibile uscire. Come si scappa da questo ingestibile medioevo? Come si può comunicare con un ragazzo che parla un'altra lingua, che ad ogni parola lega un ricordo intimo e doloroso, che improvvisamente si può adombrare chiudendosi nel suo mutismo?</span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"></span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Un giorno il piccolo esplode in un raptus di aggressività, e l'insegnante è costretto a contenerlo fisicamente e inchiodarlo a terra. Parlare con la madre non aiuta, perché se L. è nel medioevo, lei è su un altro pianeta.</span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il lunedì successivo l'insegnante si alza, e prima di andare a scuola si ripete come Troisi: «Basta, sono nel 1900, non più nel medioevo», e va a scuola convinto di costruire una normalità. Posiziona il banco di L. fuori dall'aula per non indisporlo, fa l'appello e inaspettatamente il ragazzo risponde a voce bene alta. Il dialogo è aperto, che sia tornato davvero nel 1900? Ma ancora qualcosa non va, quando gli esercizi diventano difficili un interruttore si spegne e L. si chiude nel suo mutismo per tutta la giornata. L'indomani l'insegnante torna con esercizi diversificati, qualche gioco, attività e si ripete: «SIAMO nel 1900!», ma il lavoro dura poco più di mezz'ora, poi di nuovo ostruzionismo. Dalla finestra, gli occhi vigili ed affettuosi di una zia del ragazzino osservano speranzosi la scena.</span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">L'insegnante non si arrende, lo deve alla sua professionalità, alla zia piantata là fuori e soprattutto a L., che ormai ha capito che il suo insegnante è disposto a lavorare non solo con la testa, ma anche con il cuore e se necessario con le mani pur di farlo uscire dal suo doloroso medioevo. Dopo giorni di lavoro, finalmente trova l'attività giusta: il tangram, una sorta di puzzle geometrico, molto utile per sviluppare l'area logico-matematica e il ragazzo ci si butta con anima e corpo, con tutti i suoi compagni. </span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">È fatta, mi scrive: «Adesso anche L. è nel 1900 con noi :)».</span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"></span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il racconto termina qui, ma la storia è solo al principio: adesso il canale è aperto e L. è forse pronto ad impegnarsi a scuola e a relazionarsi con gli altri, seppure coi suoi linguaggi e i suoi tempi. I suoi compagni avranno una persona nuova con cui crescere insieme, e gli insegnanti adesso potranno cominciare a lavorare finalmente con tutta la classe.</span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">A questo serve la scuola, a liberarsi da un atteggiamento distruttivo, individualista ed autoreferenziale; insomma, ad uscire dal medioevo.</span></div>
Cosimo Piovasco di Rondòhttp://www.blogger.com/profile/15998615228599493283noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7778467742649731723.post-38640316408187075082016-10-17T19:43:00.001+02:002016-10-18T19:32:56.073+02:00I compiti della scuola<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Compiti si o compiti no? Qual è il modello di una “buona scuola” che ci traghetterà oltre questo inizio di millennio che sembra interminabile? In quanto insegnante mi sento chiamato in causa nel dibattito, soprattutto dopo aver letto diverse banalizzazioni.<br />La prima considerazione da fare è che la scuola negli ultimi anni è cambiata. Si è adeguata ai tempi? Forse, di certo l'idea che la società italiana ha dell'aula non è la stessa di qualche anno fa, e la questione dei compiti è solo la punta di un iceberg.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span></span></div>
<a name='more'></a><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br />Cominciamo dal principio: cosa sono i compiti e perché si danno? Chiunque abbia un'esperienza anche solo di scuola dell'obbligo si rende perfettamente conto che partecipare attivamente ad una lezione (si badi che non parlo solo di “ascoltare in silenzio”, che è molto riduttivo) significa assicurarsi almeno il 60% del successo scolastico. Dico questo essendo stato io non proprio uno studente modello, ma con discreti risultati, proprio grazie alla mia partecipazione in classe. <br />Tuttavia in molti casi l'esercizio che si riesce a fare in aula non è sufficiente ad assicurare quella “digestione” di certi argomenti che si può fare solo scontrandosi personalmente con le difficoltà; perciò si danno compiti a casa.<br />Un insegnante deve trasmettere un metodo, indicare la via, poi alcune situazioni devono essere risolte autonomamente dallo studente. Con i giusti incoraggiamenti ed un impegno assiduo, anche gli studenti apparentemente meno capaci ci sorprendono (parlo per esperienza).<br /><br />Ecco che veniamo direttamente al punto: la vita è piena di questioni di difficile gestione, davanti alle quali noi stessi proviamo l'ansia di non riuscire a scioglierle e la frustrazione in caso di fallimento. I bambini sono già sensibili a questi due demoni, a volte trovandosi completamente disarmati per combatterli. Man mano che crescono, l'entità dei problemi si ingrandisce, la capacità di risolverli, spesso, no. <br />Ho studenti di prima media già terrorizzati dall'esame della terza, che noi insegnanti vorremmo il più completo possibile. Il risultato è l'esame con il maggior numero di prove tra tutti quelli che mai sosterranno nella vita. Non esiste alcun concorso pubblico che ne abbia tante: quattro scritti, due test nazionali, un orale, più, naturalmente, la valutazione del p<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">er</span>corso svolto. Come se non bastasse, c'è il rapporto con noi insegnanti da gestire, a volte conflittuale a volte troppo amichevole. Senza un minimo di autonomia nel lavoro, l'ansia e la frustrazione la fanno da padroni.<br /><br />Quindi c'è strutturalmente qualcosa che non va, non è solo una questione di compiti. La scuola serve a prepararsi alla vita. Ci chiediamo come sarà la vita dei nostri ragazzi? Come vogliamo che sia la società?<br />Se vogliamo che una società di liberi cittadini, con un senso critico, a scuola si deve fare tanto esercizio di lettura di testi, studio di storia, allenamento del pensiero logico-razionale e artistico, e confronto con gli altri. A scuola ci si deve imparare ad esprimere, ma anche a risolvere problemi tecnici, perché anche ad uno scrittore un giorno potrebbe otturarsi un lavandino, così come anche un tecnico avrà necessità di leggere e capire un contratto di lavoro.<br />Perfino interpretare un prezzo, una percentuale, una pubblicità, un parere letto su internet… sembra tutto immediato, ma non è così. La scuola deve sforzarsi di essere interessante, ma non facile, altrimenti non aiuterà ad affrontare la complessità del nostro tempo e del futuro. <br /><br />Ecco che a volte, concedere ai propri figli di non fare i compiti è normale da parte di un genitore, anzi è pure sano. Ma è altrettanto vero che un atteggiamento del genere non può diventare sistema, perché non sarebbe educativo, né gli gioverebbe veramente. <br />La scuola è una cosa seria, va difesa e curata, da parte di chi ci lavora e da parte di chi ne usufruisce. Lavoriamoci insieme, ma ciascuno col proprio compito.<br />Una scuola buona (mi si perdoni se non dico “buona scuola”) deve tenere conto di ciò di cui ha bisogno la società e aggiornare i suoi insegnamenti. Ma l'alleanza scuola-famiglia non deve vacillare, perché fa male soprattutto agli studenti.</span></span>Cosimo Piovasco di Rondòhttp://www.blogger.com/profile/15998615228599493283noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-7778467742649731723.post-19896769871692715662015-12-09T18:43:00.000+01:002015-12-09T22:34:20.644+01:00La matematica è per sempre<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Invece di correggere i compiti di matematica, ho dedicato parte di questo pomeriggio a tradurre <b><a href="http://ideas.ted.com/hexagons-and-other-reasons-to-love-math/" target="_blank">un articolo apparso su TED</a></b>, a proposito dell'inattesa ed emozionante bellezza della matematica, spiegata dal matematico </span><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">spagnolo Eduardo Sáenz de Cabezón</span>. L'articolo in realtà non mi sembra granché, ma spero vi faccia venire la curiosità per andarvi a vedere il <b><a href="http://www.ted.com/talks/eduardo_saenz_de_cabezon_math_is_forever" target="_blank">filmato</a></b> che è invece illuminante.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<a name='more'></a><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://tedideas.files.wordpress.com/2015/12/eduardosaenzdecabezon_hexagons_math1.jpg?w=1000&h=600&crop=1" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><br /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Eduardo Sáenz de Cabezón ha il sospetto che quando le persone gli chiedono quale sia l'utilità della matematica, in realtà ti stiano chiedendo qualcosa di più profondo: «Ti stanno domandando: “perché mai ho dovuto studiare quella merda che non ho più utilizzato in vita mia?”». Sáenz de Cabezón può anche essere d'accordo, ma come matematico professore all'università di La Rioja nel nordest della Spagna, si è prodotto in un'appassionata difesa della professione che ha scelto. La matematica, ritiene, non è niente di meno che una ricerca di una verità eterna. Ecco perché.</span><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><b> </b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<br />
<br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><b>La matematica rivela verità inconfutabili</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br />Prendete un foglio di carta qualsiasi e cominciate a piegarlo. «Se fosse grande abbastanza da poterlo piegare 50 volte», asserisce Sáenz de Cabezón, «il suo spessore coprirebbe almeno la distanza tra la Terra e il Sole». Se ora state cercando di immaginare come un foglio di carta, piegato 50 volte, possa coprire circa 150 milioni di chilometri nello spazio, state vivendo la strana emozione di una dimostrazione matematica. «Il vostro intuito vi dice che è impossibile. Fate i calcoli e vedrete che è corretto. A questo serve la matematica».</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><b> </b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><b>Come riempire uno spazio</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://tedideas.files.wordpress.com/2015/12/eduardosaenzdecabezon_hexagons_math1.jpg?w=1000&h=600&crop=1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="Eduardo Sáenz de Cabezón |TED" border="0" class="attachment-post-image size-post-image wp-post-image" height="120" src="https://tedideas.files.wordpress.com/2015/12/eduardosaenzdecabezon_hexagons_math1.jpg?w=1000&h=600&crop=1" width="200" /></a><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><b> </b></span><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Ognuno può formulare una teoria su come funzioni l'universo, ma la matematica non lascia spazio a congetture senza dimostrazioni. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Considerate da quanto tempo i matematici si scervellano su una proposizione di Pappo di Alessandria, il quale teorizzò circa nel 300 a.C. che l'esagono è certamente la forma più efficiente per coprire un piano infinito. «Senza dimostrazione» ci dice Sáenz de Cabezón «non è che una mera congettura: esagoni!». Tuttavia essa ha alimentato un dibattito lungo ben 1700 anni, finché nel 1999 il matematico americano Thomas Hales ha fornito la prova decisiva a ciò che scoprì Pappo (cosa che le api per istinto ben conoscono): ora è dimostrato per sempre che la figura più efficiente è senza dubbio l'esagono. </span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br />«Noi matematici dedichiamo la vita a dimostrar teoremi», asserisce Sáenz de Cabezón, «perché sono queste, in sostanza, le verità eterne». Le scoperte sono probabilmente quanto di più duraturo possiamo incontrare durante il corso della nostra vita. «Avrete qualche volta detto, o sentito dire, che un diamante è per sempre» scherza Sáenz de Cabezón. «Dipende dalla definizione di “per sempre”. Un teorema? Quello è veramente eterno».</span><span style="font-family: "trebuchet ms" sans-serif;"><a href="https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/2/20/Truncatedoctahedron.jpg/180px-Truncatedoctahedron.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" class="irc_mi" height="184" src="https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/2/20/Truncatedoctahedron.jpg/180px-Truncatedoctahedron.jpg" style="margin-top: 131px;" width="200" /></a> </span><br />
<br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" sans-serif;">Lo stesso problema, ma in tre dimensioni è stato affrontato nel 1887 da Lord Kelvin (quello</span><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"> </span><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">della scala Kelvin delle temperature). Secondo lui, per riempire un campo tridimensionale nella maniera più efficiente si dovrebbero usare ottaedri troncati a 14 facce. Ma non l'ha mai provato... Così, nel 1993 i fisici del Trinity College di Dublino Dennis Weaire e Robert Phelan l'hanno potuto smentire, scoprendo una diversa possibile combinazione nello spazio, una struttura originale a cui loro hanno dato nome (<a href="https://en.wikipedia.org/wiki/Weaire%E2%80%93Phelan_structure" target="_blank"><b>struttura di Weaire-Phelan</b></a>). «Può sembrare un oggetto assurdo», ammette Sáenz de Cabezón, «ma è qualcosa che si ritrova in natura» e finché qualcuno non produrrà un'idea più efficace, questo è il massimo di cui i matematici dispongano.<br /><br /><b> </b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><b>L'emozione della matematica</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"></span><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">«La scienza opera attraverso l'intuizione e la creatività. La matematica addomestica l'intuizione e addomestica la creatività» spiega Sáenz de Cabezón. Egli ci confida che i suoi colleghi si dividono in due schiere quando si chieda loro di spiegare l'importanza della matematica: attaccanti e difensori. «Gli attaccanti sono quei matematici secondo cui la questione è priva di senso, dato che gli studi matematici hanno un significato di per sé. Non ha senso cercarne continuamente ogni possibile applicazione. Quale sarebbe l'utilità della poesia? Quale l'utilità dell'amore o l'utilità della vita stessa?» Sono importanti e basta. «Quelli che si pongono in posizione di difesa vi dicono “anche se non te ne rendi conto, amico mio, la matematica sta alla base di tutto”. E gli esempi che riportano sono sempre ponti e computer: “se non conosci la matematica, il tuo ponte crollerà!”». Vero, ma Sáenz de Cabezón sospetta che neanche questi riportino adeguatamente l'emozione che ogni matematico prova ad ogni passo avanti nel proprio campo, che è una spinta in avanti per comprendere meglio il nostro mondo. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">È vero che la matematica è autosufficiente: non ha bisogno di servire a qualcosa, costituisce un prezioso edificio, un impianto logico perfettamente coerente in se stesso; è vero che si tratta probabilmente </span><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">"solo" </span>del più imponente sforzo colelttivo che l'essere umano ha compiuto nel corso della sua storia. Ma è anche vero se gli scienziati e i tecnici di qualsiasi disciplina vanno a cercare una teoria o un modello che permetta loro di avanzare nella comprensione del mondo, è nella matematica che vanno a cercare, perché è tutto lì.</span></div>
Cosimo Piovasco di Rondòhttp://www.blogger.com/profile/15998615228599493283noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-7778467742649731723.post-86861159238336894362015-10-22T17:55:00.000+02:002015-10-22T17:55:00.993+02:00Non spegnete la luce della biblioteca Giovenale<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Trebuchet MS",sans-serif;">La <b><a href="http://www.centrodiculturaecologica.it/home/node/biblioteca" target="_blank">biblioteca <i>Fabrizio Giovenale</i> di Roma</a></b> è di nuovo sull'orlo della chiusura. A fine anno, scade la convenzione con l'associazione che l'ha costituita e gestita tra mille difficoltà per sei anni; e il Comune di Roma (troppo preso dagli eventi straordinari per occuparsi del mantenimento della città) non si cura minimamente di prevedere un dopo. Non ha fatto un bando (pubblico e trasparente, come più volte richiesto), non ha prorogato la convenzione, non ha dato il minimo segnale di voler mantenere in vita un luogo così importante per il quartiere.<br />Per questo, a distanza di due anni, è stata lanciata una seconda campagna di raccolta firme on-line indirizzata agli assessorati di riferimento (Periferie, Ambiente e Cultura). Basta andare su <b><a href="https://www.change.org/p/impedire-la-chiusura-della-biblioteca-fabrizio-giovenale">https://www.change.org/p/impedire-la-chiusura-della-biblioteca-fabrizio-giovenale</a></b>, leggere il testo della petizione, inserire nome, cognome, email, un commento e inviare.<br />Invito chiunque leggerà questo post a firmare ed estendere a tutti i propri contatti la richiesta di adesione. <br />È una buona causa, <i>ne vale al pena</i>!</span></div>
Cosimo Piovasco di Rondòhttp://www.blogger.com/profile/15998615228599493283noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7778467742649731723.post-47949462375208924192015-07-13T10:04:00.004+02:002015-07-13T10:08:29.099+02:00Prosa plutoniana<span style="font-family: "Trebuchet MS",sans-serif;">Povero Plutone,<br />piccolo pianeta penalizzato: pensato parzialmente polveroso, pare pindarico personaggio, piace, persuade. Perdendo poteri planetari, pur preserva poetica passione. <br />Perché percuoterlo pretestuosamente? Propongo petizione per promuoverlo!<br />Plutone parla: promuove positività. Plutone prosa:<br /><br />«Caro Caronte,<br />collega circostante, ciondolante, creativo. Certamente cerchi costruttiva collaborazione: che cuore! Cantami carmi, costruiremo contesti contenti.»<br /><br />Perciò pensiamone posizione perturbata, ponderiamo possibilità, percorsi. Plutone propenderà per princìpi potenti, prevalentemente pacifici.</span>Cosimo Piovasco di Rondòhttp://www.blogger.com/profile/15998615228599493283noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7778467742649731723.post-66357378870205634382015-01-24T18:50:00.001+01:002015-01-24T18:59:20.846+01:00P.I.T.A.G.O.R.A. 2<span style="font-family: "Trebuchet MS",sans-serif;">L'avevo promesso ai miei studenti che avrei pubblicato le loro filasatrocche su <a href="http://baronirampanti.blogspot.it/2014/12/pitagora.html" target="_blank">Pitagora</a>.</span><br />
<span style="font-family: "Trebuchet MS",sans-serif;">In effetti loro ancora ci stanno lavorando, ma la mamma di V.L. ci si è divertita... con ottimi risultati!</span><br />
<br />
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiVU7XSC3juyB5ShUkTzYFc0SjJ_jrao7fFK0Ggd8XGN98RznDLnLg3rHr2SbJVgigUvUXKdaanIHy7QpocZoER3UXOsW3XTK5hoLjlMevxNpjfe3Rm-zHuSGPeqiL6JKrkmYDDaqMEzpzO/s1600/Pitagora2015.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiVU7XSC3juyB5ShUkTzYFc0SjJ_jrao7fFK0Ggd8XGN98RznDLnLg3rHr2SbJVgigUvUXKdaanIHy7QpocZoER3UXOsW3XTK5hoLjlMevxNpjfe3Rm-zHuSGPeqiL6JKrkmYDDaqMEzpzO/s1600/Pitagora2015.jpg" height="182" width="200" /></a><span style="font-family: "Trebuchet MS",sans-serif;">Pare difficile, ma 'n'ce vòle gnente,</span><br />
<span style="font-family: "Trebuchet MS",sans-serif;">Importante è tenello bene a mente:</span><br />
<span style="font-family: "Trebuchet MS",sans-serif;">Triangolo co' 'ntorno dei quadrati,</span><br />
<span style="font-family: "Trebuchet MS",sans-serif;">Abbasta sommare quelli ai lati,</span><br />
<span style="font-family: "Trebuchet MS",sans-serif;">Girallo e come ar solito se usa</span><br />
<span style="font-family: "Trebuchet MS",sans-serif;">Ottene' quello sull'ipotenusa.</span><br />
<span style="font-family: "Trebuchet MS",sans-serif;">Ricordete, senza usa' er diario,</span><br />
<span style="font-family: "Trebuchet MS",sans-serif;">Anche 'sta regola se po' usa' ar contrario.</span><br />
<span style="font-family: "Trebuchet MS",sans-serif;"></span><br />
<span style="font-family: "Trebuchet MS",sans-serif;"></span><br />
<span style="font-family: "Trebuchet MS",sans-serif;"></span><br />
<span style="font-family: "Trebuchet MS",sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "Trebuchet MS",sans-serif;"> </span><br />
<span style="font-family: "Trebuchet MS",sans-serif;">Acrostico in rima, con ottima precisione geometrica! </span><br />
<span style="font-family: "Trebuchet MS",sans-serif;">Grazie</span><br />
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiVU7XSC3juyB5ShUkTzYFc0SjJ_jrao7fFK0Ggd8XGN98RznDLnLg3rHr2SbJVgigUvUXKdaanIHy7QpocZoER3UXOsW3XTK5hoLjlMevxNpjfe3Rm-zHuSGPeqiL6JKrkmYDDaqMEzpzO/s1600/Pitagora2015.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><br /></a></div>
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhOiCnwkW_hW7U-tXP9ZXgcyWhsI9Rpv97JJjrYySO3AeXn3NP5vUAFlQOdqLkxie5zXzIWxfTHYFJpGkhuXHr-G31i4UpMKRWB88bo6PSpAPQlnbzoiriixcqlqYwoduNWQ-QlcdRHnoh_/s1600/20150124_122428.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"></a><span style="font-family: "Trebuchet MS",sans-serif;"></span><br />
<br />Cosimo Piovasco di Rondòhttp://www.blogger.com/profile/15998615228599493283noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7778467742649731723.post-68059271790160189992015-01-06T00:31:00.000+01:002015-01-06T00:33:22.643+01:00'Na Befana rivoluzionaria<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="font-size: small;">Pe'
li bimbi bravi e belli</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="font-size: small;">e
pe' quelli che so' bboni</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="font-size: small;">la
Befana porta i doni;</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="font-size: small;">mentre
all'artri, poverelli,</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="font-size: small;">solo
tizzi de carboni.</span></span><br />
<br />
</div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<a name='more'></a><br />
<br />
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="font-size: small;">«Ma
fermateve un secondo!»</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="font-size: small;">fa
la vecchia impertinente,</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="font-size: small;">«nessuno
m'ha chiesto gnente,</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="font-size: small;">così
in giro per il mondo</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="font-size: small;">fo
figura de fetente!</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="font-size: small;">Fa'
così so' bboni tutti:</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="font-size: small;">solo
ai bimbi preferiti</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="font-size: small;">giochi
e dolci saporiti,</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="font-size: small;">a
quell'artri sporchi e brutti</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="font-size: small;">pezzi
de legno anneriti.</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="font-size: small;">'Sta
mania giustizialista</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="font-size: small;">da
quann'è che assai ve preme?</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="font-size: small;">Gnente
gnente ve conviene</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="font-size: small;">famme
voi la vostra lista </span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="font-size: small;">cosa
è male e cosa è bene?</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="font-size: small;">Fa'
'na cosa, da quest'anno, </span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="font-size: small;">lassa
perde' porci e santi,</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="font-size: small;">li
sinceri e i commedianti,</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="font-size: small;">ché
io i doni ve li manno</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="font-size: small;">tutti
uguali a tutti quanti.</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="font-size: small;">No,
nun parlo de monete,</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="font-size: small;">né
di beni de conzumo</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="font-size: small;">in
due versi li riassumo:</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="font-size: small;">pace,
gioia e l'ore liete,</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="font-size: small;">d'allegria
un buon profumo!</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="font-size: small;">De
'ste cose c'ha bisogno</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="font-size: small;">chi
c'ha er core grande grande </span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="font-size: small;">e
chi ce l'ha nelle mutande!</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="font-size: small;">Nun
sarebbe un gran bel sogno</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="font-size: small;">che
soddisfa le domande?»</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="font-size: small;">A
'ste nuove, chi penzava</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="font-size: small;">d'esse
bbono se ricrede </span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="font-size: small;">li
peccati se rivede </span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="font-size: small;">e
se prima ce sguazzava</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="font-size: small;">mo'
perplesso ferma er piede.</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="font-size: small;">«Se
la vecchia maledetta</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="font-size: small;">vuole
dar pan per focaccia</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="font-size: small;">c'è
da perderci la faccia</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="font-size: small;">e
stavolta la calzetta</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="font-size: small;">penzo
propio nun ce piaccia!»</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="font-size: small;">Dalla
schiera dei cattivi</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="font-size: small;">s'arza
un coro de sospiro</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="font-size: small;">«Questa
volta cambia er giro:</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="font-size: small;">prima
manco ce sentivi</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="font-size: small;">mo'
ce piace questo tiro!»</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="font-size: small;">Devo
di', 'n sarebbe male</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="font-size: small;">se
ogni tanto a questa tera</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="font-size: small;">se
potesse, senza guera,</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="font-size: small;">rovescia'
'sto carnevale...</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="font-size: small;">'na
rivoluzione vera!</span></span></div>
Cosimo Piovasco di Rondòhttp://www.blogger.com/profile/15998615228599493283noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7778467742649731723.post-67693711579663513052014-12-04T18:43:00.003+01:002014-12-04T18:46:58.317+01:00P.I.T.A.G.O.R.A.<span style="font-family: "Trebuchet MS",sans-serif;">Pitagora e i compagni suoi segreti<br />I triangoli rettangoli han studiati.<br />Tu anche costruisci due quadrati<br />Attentamente sopra due cateti:<br />Guarda che la lor somma dà il quadrato<br />Or costruito sull'ipotenusa.<br />Ricavi con le formule ogni lato,<br />Anche se avrai la testa un po' confusa!<br /><br /><b>PS</b>. Adesso vedremo se i miei studenti saranno più bravi di me! </span>Cosimo Piovasco di Rondòhttp://www.blogger.com/profile/15998615228599493283noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-7778467742649731723.post-2748638848220327892014-06-07T00:46:00.000+02:002014-06-07T15:04:36.455+02:00Dal primo all'ultimo giorno dell'anno<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="font-size: small;">Cara
L.M., anni fa tu volevi diventare insegnante, se non hai ancora
cambiato idea ho qualcosa da raccontarti: <b><a href="http://www.youtube.com/watch?v=U5rUYUQrT7k" target="_blank">dietro a un miraggio c'è sempre un miraggio da considerare, come del resto alla fine di un viaggio c'è sempre un viaggio da ricominciare</a></b>!</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="font-size: small;">L'ultimo
giorno di scuola sembra interminabile ma poi, finita la scuola, tutti
i ricordi e le emozioni sembrano svanire proprio come un miraggio,
come un sogno di cui al risveglio si mantiene solo un buon sapore.</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<a name='more'></a><br />
<br />
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="font-size: small;">Quest'anno
ho avuto il mio primo primo-giorno di scuola! </span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="font-size: small;">Ho
cominciato subito con le supplenze e con esse ho cominciato il mio
girovagare per classi e scuole. Ho avuto quattro terze medie, tre
prime e solo due seconde. </span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="font-size: small;">Come
si comincia in una classe nuova? Non ho ricette, ma qualche
trucchetto bisogna pur svilupparlo. Uno che funziona sempre è
chiamarli per nome già dopo il primo appello. Non si possono certo
memorizzare trenta nomi in un minuto, ma due o tre sì, e tanto basta
per far credere ai ragazzi che li hai imparati tutti! Quando i
ragazzi si sentono chiamare per nome saltano inevitabilmente sulla
sedia, spiazzati; e questo dà un breve vantaggio, che va usato per
iniziare a conoscerli.</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="font-size: small;">"Il
nostro cervello applica modelli noti a nuovi contesti". Sono le
parole di un mio studente di seconda media! Il concetto si applica
bene ad una classe. Dopo anni di lavoro con adolescenti e
preadolescenti mi accorgo di come le classi siano sì diverse tra
loro, ma anche profondamente simili. Il mio cervello inizia anche a
sovrapporre le fisionomie, fino a convincersi che certi studenti
siano quasi come maschere che si ripropongono. "I ragazzi non
sono più quelli di una volta", si sente dire, eppure qualcosa
di costante si riconosce nei loro comportamenti, talvolta
inaspettatamente. Allora la cosa da fare è studiarli e cercare
finalmente e semplicemente di porsi di fronte a loro come
interlocutore credibile ed autorevole. Funziona proprio perché
questo non è un trucco.</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="font-size: small;">Da
supplente ho avuto molti studenti, ma ogni volta ho cercato di
comportarmi da insegnante di quella classe, fosse anche per una sola
ora di lezione, e questo ha sempre dato risultati sorprendenti,
perché spesso sono stato creduto.</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="font-size: small;">Gli
studenti passano, per fortuna, perché il loro compito è proprio
crescere e cambiare. Al contrario un docente (che pure deve crescere
e aggiornarsi) è una figura che può restare fissa nella memoria
anche per molti anni; nel bene o nel male. </span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="font-size: small;">Di
quest'anno mi porterò a casa molti ricordi. Classi difficili
"domate", lezioni particolarmente fantasiose o
approfondite, feste di addio e persino una medaglia. Come
affezionarsi ad una classe dopo averne lasciata un'altra a cui ci si
è affezionati tanto? Certo, un insegnante non è traditore se ama
più classi contemporaneamente, però l'affievolirsi di un ricordo è
sempre doloroso. Perciò, di tanti momenti ne voglio fissare due di
quest'anno, che mi hanno lasciato qualcosa di tangibile.</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="font-size: small;">Il
primo è la festa di addio in una terza, che ho seguito da ottobre ad
aprile. Arrivati al sistema solare il nostro percorso scolastico si è
interrotto, piuttosto bruscamente, con un grande senso di sofferenza
per loro e per me. L'ultimo giorno mi hanno bloccato sulle scale
prima che entrassi in classe, una volta entrato mi hanno fatto
trovare una torta sulla cattedra, con la riproduzione di tutti i
pianeti in pasta di zucchero e un cartellone con firme e foto. </span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="font-size: small;">Il
secondo ricordo è legato ad una terza problematica e poco simpatica
al resto della scuola (una questione "di classe", è il
caso di dirlo), ma con cui ho subito trovato un buon feeling.
Nonostante i presupposti, sono arrivati in finale del torneo di
pallavolo. Ero molto emozionato. Li ho sostenuti, consigliati,
ripresi e incoraggiati, un po' come un allenatore, e quando hanno
vinto la partita sul filo di lana mi sono buttato in campo con loro
felice come se avessimo vinto un mondiale! </span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="font-size: small;">Cara
L.M., eccellenza di una terza media di qualche anno fa, non credere
alle parole di quella mia collega che ti disse di ambire a qualcosa
di meglio dell'insegnamento: la scuola ha bisogno di eccellenze come
te e ti assicuro che ricordi come questi non sono comparabili a
nulla, così come la sensazione che qualcuno cambi il proprio punto
di vista solo perché hai avuto l'approccio giusto e hai regalato
un'emozione.</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="font-size: small;">Il
resto passa, ma un'idea di senso resta e con essa restano appesi al
muro un cartellone con le foto e una luccicante medaglia.</span></span></div>
Cosimo Piovasco di Rondòhttp://www.blogger.com/profile/15998615228599493283noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-7778467742649731723.post-67299289462637855432014-01-25T19:35:00.001+01:002014-02-16T22:04:34.249+01:00La cultura della cultura<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="font-size: small;">«A
professo', ma a me che me serve 'a storia dell'arte?» Mi
chiedeva l'anno scorso una studentessa che di terza media. Difficile
far comprendere <i>la bellezza della bellezza </i>ad una persona
abituata a passare i pomeriggi tra la piccola piazzetta ed il grande
centro commerciale. Persone per cui piazza di Spagna è quella «'ndo
sta er Mec (Mc Donald's)» e via del Corso è quella dei grandi
marchi globalizzati. Eppure, tra tutte le città d'Italia, Roma,
quella da cui scrivo, dovrebbe essere la più sensibile alla
valorizzazione dell'arte ed allo sviluppo di una cultura della
cultura.</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<a name='more'></a><br />
<br />
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="font-size: small;">Non
è assurdo che nel paese che ospita il maggior numero di siti
riconosciuti dall'UNESCO (distribuiti tra <a href="http://whc.unesco.org/en/statesparties/it" target="_blank"><b>Italia</b></a>,
<a href="http://whc.unesco.org/en/statesparties/va" target="_blank"><b>Santa Sede</b></a> e <a href="http://whc.unesco.org/en/statesparties/sm" target="_blank"><b>San Marino</b></a>), in uno dei paesi a
maggior concentrazione di opere d'arte per chilometro quadrato, in un
paese in cui non si riesce a fare uno scavo senza incappare in un
<i>opus reticulatum</i> o nel tracciato antico di una qualche via
consolare, si sia bandita dall'insegnamento scolastico proprio la
<a href="http://espresso.repubblica.it/attualita/2013/12/09/news/la-storia-dell-arte-cancellata-dai-programmi-1.145143" target="_blank"><b>storia dell'arte</b></a>?</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="font-size: small;">Per
fortuna c'è chi si sta mobilitando tra quei silenziosi lavoratori
che custodiscono i nostri tesori e le informazioni ad essi collegate,
gli <a href="https://www.facebook.com/storicidellarteinmovimento" target="_blank"><b>storici dell'arte</b></a> e gli <a href="https://www.facebook.com/archivistinmovimento" target="_blank"><b>archivisti</b></a>. Ma la lotta è ancora
lunga, e non può non procedere su un doppio livello: nazionale e
locale.</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="font-size: small;">Vivo
in un quartiere piuttosto periferico, che solo trent'anni fa era
ancora borgata. Adesso è denso e popoloso, a cavallo tra due
grandi vie di comunicazione, Nomentana e Tiburtina. Nel tempo abbiamo
visto sorgere molti servizi economici, ma pochi culturali Del resto
la zona è sempre stata abitata da gente tendenzialmente poco
sensibile a tali questioni. Intendiamoci, indietreggiando di venti,
trenta o quaranta anni, si incontra una borgata pasoliniana, in cui
la condizione di povertà economica e culturale non è mai stata
legata a quella crassa ignoranza ostentata dall'attuale classe medio
borghese che la abita! Al contrario, il nucleo storico del quartiere
(soprattutto nelle zone più popolari) si è sempre lasciato
coinvolgere dalle sparute attività culturali e politiche. La scarsa
sensibilità culturale è incentivata soprattutto dagli interessi
politici ed economici.</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="font-size: small;">Peccato
perché il territorio è ricco sia da un punto di vista naturalistico
che culturale. Ospita un intreccio di tre parchi naturali, custodi di
un'ampia biodiversità e di preziosi reperti paleontologici, inoltre
nel quartiere sorge un castello rinascimentale (legato alla vicenda
storica della congiura de' Pazzi) e numerose costruzioni legate allo
sfruttamento agricolo dell'ormai scomparso agro romano. Tutto questo
patrimonio non si gestisce da solo, ma dovrebbe essere affidato ad
esperti, afferenti a poli culturali specializzati del territorio, che
possano lavorare in sinergia. Non è esattamente così. Alcune
strutture ci sono, ma sono lungi dal lavorare serenamente e in rete.</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="font-size: small;">-
<a href="http://www.romafaschifo.com/2011/01/i-soliti-senza-scrupoli-pure-villa.html" target="_blank"><b><i>Villa Farinacci</i></b></a>:
un'antica struttura che ospitava negli anni '90 un centro sociale
autogestito, riferimento per molti ragazzi del quartiere. Dopo
l'inevitabile sgombero, la struttura è stata restaurata e destinata
ad uso biblioteca. È pronta da almeno tre anni e non è mai stata
aperta.</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="font-size: small;">- <i><b><a href="http://csalatorre.net/" target="_blank"><span style="font-style: normal;"></span>La Torre</a></b></i>: uno dei casali del parco è stato
occupato dai ragazzi allontanati da Villa Farinacci. Grazie alle loro
attività culturali e sociali, il centro è diventato negli anni
punto di riferimento nel quartiere. Non esisterebbe senza l'iniziale
azione illegale e il successivo autofinanziamento.</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="font-size: small;">- <a href="http://gerinioccupato.wordpress.com/" target="_blank"><b>C<i>inema-teatro Gerini</i></b></a>: la struttura è parte di un
possedimento lasciato in eredità dalla famiglia Gerini ai religiosi
Salesiani che gestiscono l'omonima scuola professionale. A causa di
diatribe sull'eredità, il locale (grande e ben costruito) giace
inutilizzato da anni, dopo una fervida attività. Al momento è
occupato da lavoratori dello spettacolo che nutrono la speranza di
liberarlo e restituirlo al territorio!</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="font-size: small;">- <a href="http://www.centrodiculturaecologica.it/" target="_blank"><b><i>Centro di Cultura Ecologica</i></b></a>: si tratta di una
biblioteca attiva e funzionante, fulcro di numerose iniziative di
stampo naturalistico ed ambientale. Esiste da meno di dieci anni e
già deve lottare per la sopravvivenza, messa a repentaglio da
diverse azioni legali e politiche mirate alla sua chiusura da parte
del Comune , lo stesso che diede la concessione per il suo utilizzo!</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="font-size: small;">- <i>Casali nel parco di Aguzzano</i>: bellissime ed antiche
strutture agricole, ora in stato di completo abbandono. Alcuni sono
stati affidati a cooperative ma sono inutilizzati. Uno di essi è
stato occupato e riesce ad essere un piccolo centro di aggregazione,
ma è ancora una realtà molto piccola.</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="font-size: small;">-
<a href="http://www.aniene.it/?q=node/85" target="_blank"><b><i>Centro Visite della Riserva Naturale della Valle dell'Aniene</i></b></a>: piccola struttura che gestisce
alcune limitate attività culturali legate al parco, soprattutto in
collaborazione con scuole. Si regge praticamente soltanto su
volontari.</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><span lang="it-IT">-
</span></span></span><a href="http://www.romartguide.it/italiano/schedemusei/Museo_Casal_DePazzi.html" target="_blank"><b><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><span lang="it-IT"><i>Museoarcheologico e paleontologico di Casal de' Pazzi</i></span></span></span></b></a><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><span lang="it-IT">: piccolo museo, molto importante, aperto solo su appuntamento.</span></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="font-size: small;">Realtà
piccole, scollegate, a volte non funzionanti, che devono arrangiarsi
autonomamente, spesso al limite della legalità, per promuovere
attività. Perché?</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="font-size: small;">Un'amica
ha un banco di dolciumi nel mercato rionale. Essendo la struttura del
Comune, non può mettere mano al tetto, da cui piove acqua, ma il
Comune non ha i fondi per ristrutturare l'edificio. In altre parole,
se non fa nulla rischia la chiusura, se agisce autonomamente rischia
ugualmente la chiusura! Come si può vivere attivamente in un sistema
amministrato in questa maniera?</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="font-size: small;">O
voi che leggete queste parole, indignatevi, informatevi, agite.
Difendete le strutture che offrono servizi al territorio,
spalleggiate i movimenti di protesta che nascono spontanei: sappiate
che dietro ogni iniziativa proposta, per quanto piccola, c'è
un'ardua battaglia che è andata a buon fine.</span></span></div>
Cosimo Piovasco di Rondòhttp://www.blogger.com/profile/15998615228599493283noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-7778467742649731723.post-21163624792489398552013-11-17T23:46:00.000+01:002013-11-18T11:06:42.250+01:00Un'idea del Male<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Trebuchet MS", sans-serif;">La riflessione che vorrei condividere con voi riguarda un tema su cui sto riflettendo in questi giorni. È a cavallo tra il filosofico e il teologico, senza volermi sbilanciare eccessivamente nell'una o nell'altra area, non avendone le competenze. È un flusso di pensieri sulla domanda delle domande: perché esiste la sofferenza? O, più in generale, perché esiste il Male?</span></div>
<a name='more'></a><br />
<div style="text-align: justify;">
<a href="http://www.vitomancuso.it/images/copertine/rifondazione_big.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="" border="0" class="alignleft" height="300" src="http://www.vitomancuso.it/images/copertine/rifondazione_big.png" width="200" /></a><span style="font-family: "Trebuchet MS", sans-serif;"></span><span style="font-family: "Trebuchet MS", sans-serif;">Nella mia esperienza, soprattutto recente, mi sono imbattuto spesso in questa domanda, che penso sia alla radice di qualsiasi concezione spirituale, religiosa o laica. A chi sia interessato al tema intanto suggerisco la lettura di <a href="http://www.vitomancuso.it/libri/rifondazione-della-fede/" target="_blank"><b>Rifondazione della Fede</b></a>, un libro del teologo cattolico Vito Mancuso. Un libro che ho letto diversi mesi fa e che mi ha inserito una pulce nell'orecchio. <br />Quello che suggerisce Mancuso è che, se il male è la negazione del bene, non è necessariamente il suo contrario! Mi spiego: immaginiamo un'arancia. Accendendo una lampadina, noteremo che l'arancia è per metà in ombra. Un'ombra che senza quella luce non esisterebbe.<br />Così come l'ombra esiste soltanto accendendo la luce, altrettanto il male esiste solo come ombra del bene stesso: lo conosciamo perché siamo in grado di vedere il bene.<br />In aggiunta a questo, suggerisce <a href="http://www.ilgiardinodeilibri.it/autori/_clarissa-pinkola-estes.php?pn=657&gclid=CLiSrO3x7LoCFUlf3godjUwATA" target="_blank"><b>Clarissa Pinkola Estés</b></a> che noi abbiamo persino bisogno di quell'ombra: solo il confronto tra luce ed ombra ci permette di vedere l'arancia nella sua tridimensionalità.<br />Questo non risolve certo i problemi! In effetti, se metà dell'arancia è illuminata, non solo ce n'è metà in ombra, ma c'è un cono d'ombra, ben più grande dell'arancia, che investe tutto ciò che è alle spalle dell'arancia. Inoltre il confine tra ciò che è in luce (bene) e ciò che è in ombra (male) è tutt'altro che semplice da definire. Molto spesso ciò che pensiamo o facciamo si colloca proprio a cavallo della linea d'ombra, che non è mai netta. Da ultimo, è piuttosto ovvio che a seconda di quale sia il nostro punto di vista rispetto all'arancia la distinzione tra ombra e luce appaia ancora meno netta di quanto già non sia!<br />Beh, se vivessimo su un pianeta senza atmosfera, sicuramente il confine tra ombra e luce sarebbe chiarissimo... ma chi potrebbe vivere su un pianeta del genere?<br />Lo stato di incertezza è ciò che noi definiamo vita. L'universo tende al massimo grado di disordine, ma i sistemi viventi sono ciò che violentemente ci si oppone, la stessa strenua lotta che compie una goccia d'acqua che per un attimo si allontana verticalmente da uno stagno, dopo che un sasso vi è caduto. La sua risalita nell'aria dura pochissimo, ma se avessimo uno scorcio soltanto su quell'istante vedremmo indiscutibilmente una goccia d'acqua salire verso l'alto.<br />Ogni corpo illuminato genera ombre, del resto ciò che esiste vive di contraddizioni, la cui assenza è sintomo di morte.<br />Ma allora, qual è l'opposto del bene, se il male non lo è? Ebbene, penso che sia la condizione di non avere la possibilità di distinguere tra l'una condizione e l'altra. È la lampadina spenta che non dà luce e conseguentemente non genera ombra. È la tenebra indistinta.<br />Si può rispondere in molti modi alla domanda “perché esiste il male?”; nella maggior parte dei casi si tratta di illusioni consolatorie, da offrire a chi vive situazioni di grande sofferenza. Come biasimare chi sta vivendo una situazione dolorosa, che rinuncerebbe alla propria capacità di cogliere il bene pur di allontanare il male? Eppure, se accettiamo il bene, perché non dovremmo prendere anche il male (<a href="http://www.maranatha.it/Bibbia/3-LibriSapienziali/22-GiobbePage.htm" target="_blank"><b>dal libro di Giobbe, nella Bibbia</b></a>)? Rinunciarvi sarebbe come rinunciare al nostro essere umani.<br />A voi la scelta, dunque: entrare nella complessità del reale, nella lotta contraddittoria e faticosa che ci rende vivi, o cercare l'inganno di una vita senza luci e senza ombre.<br />Dal canto mio non posso che smorzare la lampadina che illumina il mio scrittoio e chiudere qui il post. Buonanotte!</span></div>
Cosimo Piovasco di Rondòhttp://www.blogger.com/profile/15998615228599493283noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7778467742649731723.post-18858732565080953822013-08-08T10:47:00.001+02:002013-08-08T10:48:21.949+02:00Il mio primo giorno da supplente in carcere<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: small;">Quest'anno ho svolto una supplenza nel carcere di Rebibbia, con la scuola media per adulti. Era inverno, quando entrai per la prima volta. Ricordo ancora quel primo giorno...</span></div>
<a name='more'></a><br />
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: small;">La
nebbia mattutina mi avvolge tutto intorno. Dal grigio uniforme del
sottofondo lentamente si delinea un lungo muro rettilineo di un
grigio diverso, triste e sbiadito di cemento vecchio. È
interminabile e ogni tanto è interrotto da un cancello, che segna
l'ingresso dei penitenziari.</span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: small;">L'aria
sgocciola di umido e il mio passo si fa pesante; la mia mente cerca
di non pensare, di non farsi aspettative. Cerca di dimenticare (o ha
già dimenticato e cerca di ricordarle?) le premurose indicazioni che
la coordinatrice scolastica mi ha elencato ieri, con puntiglio
meticoloso.</span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: small;">Arrivo
sentendo solo il rumore dei miei passi, che stridono delicatamente
sull'asfalto consunto. Fermo davanti all'ingresso cerco qualcosa su
cui concentrare le mie azioni ed i miei pensieri, durante l'attesa.
Passeggio un po', poi tiro fuori un libro e inizio a leggere
<b><a href="http://www.pasolini.net/poesia_religionemiotempo.htm" target="_blank">Pasolini</a></b>, appoggiato ad un paletto arrugginito.</span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><br /></span></div>
<div align="LEFT" lang="it-IT" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm; margin-left: 4.23cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: small;"><i>Ah,
il vecchio autobus delle sette, fermo</i></span></div>
<div align="LEFT" lang="it-IT" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm; margin-left: 4.23cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: small;"><i>al
capolinea di Rebibbia, tra due</i></span></div>
<div align="LEFT" lang="it-IT" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm; margin-left: 4.23cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: small;"><i>baracche,
un piccolo grattacielo, solo</i></span></div>
<div align="LEFT" lang="it-IT" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm; margin-left: 4.23cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: small;"><i>nel
sapore del gelo o dell'afa...</i></span></div>
<div align="LEFT" lang="it-IT" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm; margin-left: 4.23cm;">
<span style="font-size: small;"><br /></span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: small;">È
il Pasolini insegnante, che scrive del suo soggiorno nel quartiere di
Rebibbia, pensando ai ragazzi di borgata che giocavano nei prati.</span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><br /></span></div>
<div align="LEFT" lang="it-IT" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm; margin-left: 4.23cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: small;"><i>Era
loro la mattina che bruciava,</i></span></div>
<div align="LEFT" lang="it-IT" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm; margin-left: 4.23cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: small;"><i>sul
verde dei campi dei legumi intorno</i></span></div>
<div align="LEFT" lang="it-IT" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm; margin-left: 4.23cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: small;"><i>all'Aniene,
l'oro del giorno,</i></span></div>
<div align="LEFT" lang="it-IT" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm; margin-left: 4.23cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: small;"><i>risvegliando
l'odore dei rifiuti,</i></span></div>
<div align="LEFT" lang="it-IT" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm; margin-left: 4.23cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: small;"><i>scorgendo
una luce pura come uno sguardo</i></span></div>
<div align="LEFT" lang="it-IT" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm; margin-left: 4.23cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: small;"><i>divino,
sulle file delle mozze casette,</i></span></div>
<div align="LEFT" lang="it-IT" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm; margin-left: 4.23cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: small;"><i>assopite
insieme nel cielo già caldo...</i></span></div>
<div align="LEFT" lang="it-IT" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm; margin-left: 4.23cm;">
<span style="font-size: small;"><br /></span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: small;">Arrivano
i colleghi: dopo poche presentazioni molto cordiali, citofoniamo e la
porta si apre. «In carcere», diceva ieri la docente referente, «la
virtù più importante è la pazienza: tu suoni e aspetti che
qualcuno che non vedi ti apra». Così entriamo, lentamente,
superando una porta dopo l'altra. L'ambiente non somiglia affatto
alla mia idea di carcere: piuttosto si tratta di un insieme di uffici
pubblici, situati in diverse palazzine, basse e circondate dal verde.
Se uno non lo sa non si accorge di essere rinchiuso. Quello che fa la
differenza sono da un lato le porte, blindate e pesanti, lente ad
aprirsi e inesorabili a richiudersi, dall'altro i volti duri, che
mostrano di sapere molto più di quello che non dicono.</span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: small;">Le
guardie sono cordiali e si rivolgono con rispetto a noi insegnanti.
L'ultima porta è la più pesante, opprimente; divide gli uffici
dalla zona reclusione. I corridoi all'interno sono bianchi e
luminosi, con un odore dolciastro di detersivo. Guardo il corridoio e
gli spazi esterni, pensando alle lezioni che potrei svolgervi. Non ho
ancora chiaro che cosa mi sarà permesso fare.</span></div>
Cosimo Piovasco di Rondòhttp://www.blogger.com/profile/15998615228599493283noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7778467742649731723.post-52937096534687959132013-05-28T00:05:00.001+02:002014-01-26T16:57:31.702+01:00Nave della legalità... nell'oceano dell'illegalitàIn un paese dilaniato dalla crisi, in una terra inaridita dalla malavita organizzata sono salpate due navi cariche di speranza. Anche quest'anno, infatti, ha avuto luogo l'iniziativa nota come "nave della legalità", un lodevole progetto di sensibilizzazione sul tema della lotta alla criminalità e più in generale del rispetto delle leggi e delle regole, rivolto a studenti di tutte le età e provenienti da ogni parte d'Italia.<br />
<a name='more'></a>Il tutto grazie al Ministero dell'Istruzione e al commovente impegno della fondazione "Giovanni e Francesca Falcone". Proprio Falcone e Borsellino rappresentano i simboli ineguagliabili di questa crociata a favore della legalità; i loro nomi e i loro volti saranno sempre presenti in ogni momento della manifestazione.
Per il secondo anno consecutivo ho partecipato al progetto insieme ad alcuni miei studenti di terza media, realizzando con loro un cortometraggio riguardante la criminalità nel nostro territorio e nella nostra città (questo era il tema di quest'anno). Con grande sorpresa da parte nostra siamo riusciti a piazzarci primi classificati nella Regione Lazio! Un risultato per noi davvero sorprendente vista la semplicità degli strumenti utilizzati e soprattutto il poco tempo a nostra disposizione (un’intensissima settimana).
Per aver partecipato al progetto con tali esiti positivi ci siamo guadagnati la partecipazione al viaggio a bordo di una delle due navi. Partenza dal porto di Civitavecchia nel tardo pomeriggio, traversata notturna nel Mar Tirreno e arrivo a Palermo alle 7 di mattina. Il mare non è stato per nulla clemente (per usare un eufemismo) e ci ha (il)legalmente sbatacchiati da una parte all'altra del letto per tutta la notte, mettendo a dura prova la nostra resistenza psico-fisica. Mi è stato di aiuto pensare al viaggio intorno al mondo, durato ben cinque anni, affrontato da Charles Darwin; di lui tutti conoscono il suo apporto alla biologia, ma ben pochi sanno che soffriva tremendamente il mal di mare! Della serie: se è sopravvissuto lui...
Lo sbarco nel porto di Palermo è stato uno dei momenti più emozionanti di tutto l'evento (non sarà d'accordo la mia alunna che ha rimesso la colazione quando ormai la nave era ferma...). Centinaia di bambini e ragazzi delle scuole di Palermo ci hanno accolto con canti di gioia e striscioni inneggianti la libertà da ogni forma di malavita organizzata. Impossibile non emozionarsi di fronte a quell'universo di colori e di emozioni che ci ha travolto ben più intensamente delle onde del mare appena lasciato!
Siamo stati immediatamente divisi in gruppi, ognuno diretto in un luogo diverso della città. Sfortunatamente quest'anno non abbiamo avuto l'opportunità di entrare nell'aula bunker, all'interno della quale è avvenuta la cerimonia di premiazione e si sono alternati al microfono diversi personaggi, tra cui lo scortatissimo (e stimatissimo) Saviano. Noi siamo stati accompagnati in una zona limitrofa al carcere dell'Ucciardone, dove abbiamo avuto l'opportunità di ascoltare con attenzione le testimonianze di alcuni esponenti della Polizia Penitenziaria. I racconti riguardanti le loro esperienze sul campo ci hanno emozionato e al tempo stesso avvicinato ad una dura realtà che solitamente sfioriamo soltanto attraverso i mezzi d'informazione.
Il momento più intenso di tutta la manifestazione è coinciso con l'arrivo dei diversi cortei di studenti presso "l'albero di Falcone", una splendida Magnolia cresciuta di fronte l'abitazione del giudice. Sopra un palco eretto per l'occasione si sono succedute varie personalità dello spettacolo e della politica, tutti uniti nel ricordo delle tragiche stragi di Capaci e di via D'Amelio. Ascoltando, in un assordante silenzio, il Presidente del Senato Pietro Grasso che ricordava una ad una le vittime degli attentati, ci siamo sentiti tutti uniti nella sua voce e stretti attorno al sogno di un'Italia in cui a giustizia possa avere finalmente la meglio sull'illegalità. Mentre le lacrime tracciavano solchi insanabili sul volto di molti dei presenti, io stesso faticavo a controllare le mie emozioni, perso tra una rabbia difficile da contenere e un senso d’impotenza dilagante come un’infezione. Ma è bastato che alzassi lo sguardo per sentirmi subito meglio; forse la risposta era davvero li, davanti ai miei occhi, rappresentata da migliaia di giovani accorsi con inarrestabile entusiasmo sotto quel meraviglioso albero a gridare, con tutta la voce che avevano in corpo, che è ora di reagire!
Allora l'albero di Falcone non sarà più soltanto il punto di arrivo di un corteo, ma potrà diventare il punto di partenza per una nuova Nazione, guidata da una generazione di giovanissimi che ha voglia di riprendersi ciò che l'illegalità e la criminalità ci ha portato via: la possibilità di crearsi liberamente il proprio futuro!
Marcovaldohttp://www.blogger.com/profile/05340010550889994599noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7778467742649731723.post-43223129232517460482013-04-25T10:02:00.001+02:002014-01-26T16:55:16.988+01:00Contro il fascismo e ogni altro sfascismo<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="font-size: small;">«Il
fascismo non era soltanto un malgoverno buffonesco e improvvido, ma
il negatore della giustizia; non aveva soltanto trascinato l'Italia
in una guerra ingiusta ed infausta, ma era sorto e si era consolidato
come custode di una legalità e di un ordine detestabili, fondati
sulla costrizione di chi lavora, sul profitto incontrollato di chi
sfrutta il lavoro altrui, sul silenzio imposto a chi pensa e non
vuole essere servo, sulla menzogna sistematica e calcolata.» (Primo
Levi, <i>Il sistema periodico</i>)</span></span></div>
<div lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
</div>
<a name='more'></a><br />
<br />
<div lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="font-size: small;">Mi
fa ridere chi parla del fascismo come una delle parti in causa. Tempo
fa rimproverai dei giovani amici abruzzesi, che nella loro
entusiastica ignoranza adolescenziale si erano ironicamente messi a
inneggiare al Duce. «Non cominciamo con “Duce-Duce”!» dissi
indignato. Mi risposero per scherno: «Ao', non sarai mica
communista?». Mi sentii disarmato! Ma come? Adesso all'improvviso al
fascismo viene data la dignità della normale dialettica politica?
Come se il fascismo non fosse la negazione della dialettica politica.
Come se essere di destra ed essere fascista fosse la stessa cosa.
Come se gli antifascisti fossero stati solo i comunisti.</span></span></div>
<div lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="font-size: small;">Essere
antifascista non significa essere di una particolare idea politica, e
le tragiche spaccature all'interno della resistenza ce lo hanno
insegnato; significa piuttosto avere a cuore la possibilità di
esprimere una qualsiasi idea politica, anche quella di chi non
vorrebbe che le altre si esprimano.</span></span></div>
<div lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="font-size: small;">Non
esisteva opposizione al fascismo, non c'era spazio: il fascismo
occupava il 100% del parlamento... condizione che molti ancora
vorrebbero. Eppure l'opposto del fascismo c'era, ed era tutto il
resto: ciò che ha liberato l'Italia.</span></span></div>
<div lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="font-size: small;">Il
25 Aprile è una festa di tutti quelli che adesso possono esprimere
la propria opinione, qualunque essa sia.</span></span></div>
<div lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="font-size: small;">Perciò...
occhi aperti!</span></span></div>
<div lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="font-size: small;">Auguri
a tutte e tutti di una buona liberazione!</span></span></div>
Cosimo Piovasco di Rondòhttp://www.blogger.com/profile/15998615228599493283noreply@blogger.com1