Diamo voce ai nostri "pensieri rampanti", come fossero frutti acerbi ancora appesi all'albero, in attesa di cadere.

lunedì 19 luglio 2021

Genova: frantumi di lotta

Fabrizio De André, quando gli chiedevano se preferiva definirsi cantautore o poeta, citava Benedetto Croce: «Fino a diciotto anni tutti scrivono poesie; dopo, possono continuare a farlo solo due categorie di persone: i poeti e i cretini». Con la poesia non ho mai avuto un rapporto facile, tuttavia davanti a certi eventi è più faticoso tacere che esprimere quello che si ha dentro. La razionalità la immagino come un argine che disciplina il fiume delle emozioni, ma a volte il flusso è talmente impetuoso che anche chi non è poeta (o scrittore, o pittore...) non può fare a meno di lasciarlo andare così come viene. Ero poco più che diciottenne -per l'appunto- quando un'onda di piena mi travolse: le cronache del G8 di Genova. Mi ritrovai, come tutti, in un turbinio di emozioni, ma ancora di più mi sembrò sin da subito si fosse segnato uno spartiacque definitivo per tutti noi cittadini d'Europa: se la caduta del Muro di Berlino ci aveva fatto rinascere, quegli eventi ci fecero uscire dall'innocenza infantile, lasciandoci, sulle prime, atterriti. Ad oggi sono vent'anni che ho la sensazione di stare raccogliendo i frantumi di quello che è stato e ricomporli per costruire qualcosa di nuovo; per non dimenticare, rileggo quello che scrissi allora, da poeta o da cretino.

Creative Commons LicenseI testi e le immagini, salvo dove diversamente indicato, sono opera de "i Baroni Rampanti" e sono concessi sotto la Licenza Creative Commons Attribuzione-Non commerciale-Condividi allo stesso modo 2.5- Italia.