Diamo voce ai nostri "pensieri rampanti", come fossero frutti acerbi ancora appesi all'albero, in attesa di cadere.

martedì 2 novembre 2010

Meglio Pasolini...

«È una storia un po' sputtanata», avrebbe detto qualcuno: esattamente a trentacinque anni dalla morte di uno dei più grandi profeti laici che questo paese piange, ecco farsi grave il peso delle sue parole. «La società consumistica ha bisogno di uomini deboli, perciò lussuriosi», scriveva Pasolini su "Il Mondo" del 28 agosto 1975; gli fa eco l'ignobile battuta omofoba del nostro Presidente del Consiglio che, pronunciata oggi, anniversario del delitto di Ostia, ha un sapore amaro. La stessa battuta serpeggia nei vicoli, in strada, tra chi si riconosce in questo stile di vita, ma nessuno aveva mai avuto il coraggio di gridarla. Adesso finalmente il disgusto ha un'etichetta visibile e riconoscibile, quella che Pasolini attribuiva alla "Piccola Borghesia", regno dell'ipocrisia e della doppia morale, mascherata di innovazione e progressismo. «Bisogna essere progressisti in un altro modo», tuonava dalle colonne del Corriere della Sera il 18 ottobre 1975, «inventare una nuova maniera di essere liberi», soprattutto dalla retorica della tolleranza e del progresso, ammettendo «il fallimento della tolleranza». Parole forti, difficili da comprendere per chi non impara a leggere storicamente le vicende di questo paese dalla memoria corta. Pasolini proseguiva sottolineando che «imparare un po' di storia ha senso solo se si proietta nel futuro la possibilità di una cultura storica».
Allora oggi ricordiamoci della storia di questo paese, fatta di eventi e personaggi torbidi. Ricordiamoci di chi dal torbido ha tirato fuori perle, prima di restarvi invischiato. «Tutto passa e il resto va».

Nessun commento:

Posta un commento

Creative Commons LicenseI testi e le immagini, salvo dove diversamente indicato, sono opera de "i Baroni Rampanti" e sono concessi sotto la Licenza Creative Commons Attribuzione-Non commerciale-Condividi allo stesso modo 2.5- Italia.