Diamo voce ai nostri "pensieri rampanti", come fossero frutti acerbi ancora appesi all'albero, in attesa di cadere.

mercoledì 25 aprile 2012

Invettiva di Liberazione


25 aprile 1945
Io non ho più intenzione di tollerare chi manda le e-mail a catena senza prima verificarne il contenuto. Quelle smielate frasi conclusive secondo cui se non inoltro la stessa fesseria a mille persone sarei una persona senza amici.
Non ho più intenzione di tollerare chi gira in città con un SUV da centomila euro. Chi si lamenta del traffico quando va in macchina e del ritardo degli autobus quando va con i mezzi pubblici.
Non ho più intenzione di tollerare chi dice che i politici, in fondo, sono tutti uguali. Chi pensa che «destra, sinistra... in fondo rubano tutti».
Non ho più intenzione di tollerare chi sogna di poter impunemente truffare lo stato, fosse anche per uno scontrino. Chi fa pagare un prodotto il doppio del suo valore reale, perché con l’euro tutto è raddoppiato.


Io non ho più intenzione di tollerare chi dice che gli zingari puzzano, chi dice che le baraccopoli vanno sgomberate e gli abitanti ricacciati al “loro” paese (come se una popolazione nomade ne avesse uno). Chi dice che i rumeni stuprano, gli albanesi ammazzano, i magrebini rubano e i cinesi truffano. Chi parla di “radici cristiane dell’Europa”.
Non ho più intenzione di tollerare chi dice che le donne sono “troie” e gli uomini sono “stronzi”. Chi sogna una vita alla “Maria-de-Filippi”. Chi crede agli ufo ed a quello che “gli scienziati dicono...”. Quelli che “non-è-vero-ma-ci-credo”.
Non ho più intenzione di tollerare chi guarda il “Grande Fratello”, “L’isola dei Famosi”, e ogni altro reality show. Chi guarda la televisione e si lascia ingannare alle bugie che dice.
Non ho più intenzione di tollerare chi vuole far passare idee reazionarie come rivoluzionarie, chi non si accorge che certe idee proposte come innovative sono il remake malfatto di idee vecchie e stantie.
Non ho intenzione più di tollerare chi chiama “scuola” l’università. Chi crede che i ricercatori non facciano nulla, chi pensa che studiare non serva. Chi sogna solo di poter vivere in vacanza tutta la vita, chi ha come massima aspirazione fare il mantenuto.
Non ho più intenzione di tollerare le ingerenze della Chiesa e le strumentalizzazioni della politica. La falsa informazione e, peggio, la falsa cultura. Una Chiesa che punta più al numero che alla qualità delle persone, che vede nell’obbedienza la massima delle virtù cristiane, che confonde il “porgere l’altra guancia” con l’abbassare la testa.
Non ho più intenzione di tollerare chi crede che la testa non vada alzata, chi ha smesso di credere in un mondo migliore, in giovani che non credono e in vecchi che non insegnano. In adulti che non hanno polso né tenerezza.

Io non ho più intenzione di tollerare un paese che brama solo di restare uguale a se stesso per non rischiare di alzare la testa. Un paese che preferisce legarsi al carro del più potente piuttosto che rischiare di creare una strada alternativa. Un paese che si butta via e che poi si lamenta. Un paese invaso dal pattume fisico, ma soprattutto intellettuale. Un paese senza memoria. Un paese ancora clerico-fascista, che vuole conservare la sua quota di vivere tranquillo, senza esporsi. Un paese che si ferma alle differenze superficiali e non si accorge delle differenze sostanziali. Un paese che giudica prima di capire, che cerca il miracolo, che non si documenta e che dimentica.

In altre parole, io non ho più intenzione di tollerare il qualunquismo, il quieto vivere ed il perbenismo.
Ho stima invece di chi cerca faticosamente di districarsi nella complessità del reale, chi cerca una propria strada autonoma e la percorre. Di chi cade e si rialza, pur di continuare a camminare. Di chi ha il coraggio di guardare avanti e, contemporaneamente, di stare attento a dove mette i piedi. Senza dimenticare di scrutare i volti di chi interseca la sua strada.

Auguri a tutti noi di una piena Liberazione, personale e politica.

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