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martedì 8 giugno 2021

La matematica sarà mai il mio mestiere?


L'ho chiesto ai miei alunni, perché dopo anni a sentirmi porre la domanda: «a che serve la matematica?» l'ho rigirata direttamente a loro, chiedendo lo sforzo a ciascuno di immaginare il proprio futuro. I nomi che metto li ho inventati, ma le storie (presenti, passate o future) sono vere.


A Michele la matematica servirà per gestire le finanze e gli investimenti, mentre le scienze gli serviranno a conoscere il corpo umano per fare il dentista. Ovviamente entrambe saranno necessarie per completare gli studi.

Mario invece non crede che gli servirà, ma deve ancora vedere se per fare il montatore cinematografico la matematica c'entra qualcosa.

Leonardo invece, che già da bambino aveva ideato un videogioco, vuole diventare informatico e la matematica, la sua materia preferita da sempre, è alla base di tutto. Del resto, i suoi genitori ci lavorano con la matematica, chissà nel suo futuro!

Elisa rivendica con orgoglio di aver scelto studi scientifici, quindi anche il fatto che la matematica le piaccia. Non crede che potrà essere un vero e proprio mestiere, però non si sa mai, è un ambito così vasto...

Luigi non sa dire nulla, perché non sa neanche se sarà ancora vivo, figuriamoci quello che servirà al suo mestiere. Una cosa è certa: spera che la matematica non ci sia, perché non è molto bravo.

Emma fra vent'anni sarà più matura e cresciuta ma ora non ha ben chiaro che lavoro farà da grande; vorrebbe che fosse in ambito scientifico, quindi la matematica, le sarà sempre utile.

Lucrezia vuole fare la stilista e la matematica la aiuterà per fare i conti dei prezzi, ma crede proprio che assumerà una calcolatrice umana, perché lei non è molto brava coi calcoli.

Violante, non sa bene il motivo, ma la precisione e la difficoltà della matematica l'hanno da sempre affascinata. Vorrebbe diventare medico (un chirurg... una chirurga, chirungo, crinu... come si scrive?). L'idea di salvare la vita delle persone la fa sognare fin da ora, e vorrebbe anche dare questa soddisfazione ai genitori, che hanno sempre creduto in lei.

Giada vuole fare la regista e la matematica secondo lei sarà molto utile per calcolare le distanze degli attori e l'apertura degli obiettivi.

Marina è convinta che la matematica continuerà a studiarla, ma a non capirla, e in ogni caso non sa proprio come si possa collegare al suo indirizzo di studi.

Per Cristiano invece la matematica è una passione. La scuola che ha scelto gli richiederà molto sforzo, però gli permetterà di raggiungere obiettivi con soddisfazione. Altrettanto bello è lo studio delle scienze, una materia che risponde a quei «perché?» che da sempre gli frullano in testa. Del resto, la curiosità è la molla della vita.

Se Piero riuscirà a diventare un comandante, la geometria gli permetterà di organizzare lo schieramento dell'esercito, ma se farà l'attore forse sarà meno importante.

Secondo Davide la matematica serve a tutto perché sta dentro a tutto. Nel suo futuro ci sarà, perché gli servirà anche a contare tutti i soldi che riuscirà a fare, che lo renderanno più ricco di Elon Musk!

Irene confessa che quando si è piccoli la matematica appare odiosa, perché si vedono solo i calcoli, ma secondo lei è ben altro: ora che è cresciuta è la sua materia preferita e qualsiasi sarà il suo mestiere, la matematica sarà il suo antistress.

Secondo Benedetta è una questione di punti di vista: certe volte piace e certe volte no, ma in qualunque lavoro sarà necessaria, soprattutto perché il suo sogno è fare il medico. La matematica le servirà anche per la vita di tutti i giorni, dal pagare le bollette ad aiutare i figli nei compiti. Quando lo farà è già pronta ad emozionarsi, perché proprio lei, che adesso fatica ancora a ricordare le tabelline, sarà in grado di guidare qualcuno nella risoluzione di un esercizio. Com'è bella la matematica da questo punto di vista!

Tiziano non ha le idee chiare sul futuro: se riuscirà a fare il calciatore la matematica non gli servirà granché, ma se lavorerà in un'agenzia di viaggi allora forse sì; per fare l'allenatore forse servirà poco, ma se riuscirà a diventare imprenditore, e quindi presidente di una squadra di calcio, allora sarà necessario saper fare bene i conti.

Danilo vorrebbe fare l'analista di dati per un'azienda, spiegare grafici e tabelle davanti ad un tavolo pieno di dirigenti, dentro un palazzone a vetri. La sua giornata ideale comincia la mattina presto e finisce il pomeriggio, quando il sole ha quei toni caldi; al ritorno nella sua bella casa a due piani potrà mettersi comodo a preparare altre presentazioni. Chissà perché erano convinti che gli sarebbe piaciuto fare il netturbino, e invece non è così! 

Infine ci sono io, che quando propongo queste attività ritorno sempre con la mente a quando ero piccolo e non sapevo cosa mi aspettava veramente dietro l’angolo (o forse un po’ sì!): la matematica mi emozionava, per cui sapevo che in qualche modo mi avrebbe accompagnato anche nel futuro. Così adesso, quando ascolto la canzone di Venditti “Notte prima degli esami” posso cantarci sopra a squarciagola: «la matematica sarà il mio mestiere!»... perché in effetti lo è stato.

Grazie ragazzi per le storie che avete voluto raccontarmi e per le parole di affetto che mi avete scritto. Che sia dritto o curvo, vi auguro buon cammino! 

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