Diamo voce ai nostri "pensieri rampanti", come fossero frutti acerbi ancora appesi all'albero, in attesa di cadere.

martedì 8 marzo 2011

Tu sei bellezza (auguri per l'8 marzo)

I capelli radi, raccolti e l'aria da studentessa diligente, la ragazza che siede sul seggiolino di destra si guarda attorno un attimo, prima di rituffarsi fitta fitta nella conversazione con la sua vicina. L'ora è tarda, poco prima di cena ed ella stringe tra le mani delle dispense fotocopiate alla meglio, con sottolineature disordinate. Gli abiti sono sportivi, leggermente lisi, pratici e comodi. Quando volge lo sguardo agli altri avventori della metropolitana, la ragazza sembra assente, smarrita, quasi impaurita; ma quando si volta a parlare con l'amica il volto le si illumina di nuovo, di una luce che non ci si aspetterebbe. I suoi capelli fini e trascurati d'un tratto appaiono come fossero una chioma fluente, il suo volto si colora, la sua espressione intimorita si trasforma in sorriso.



Sul seggiolino di sinistra siede orgogliosamente una ragazza appariscente ed elegante. La chioma riccia e folta sovrasta un volto truccato con cura ed equilibrio. Il colore del cappotto è lo stesso delle scarpe e della borsa, voluminosa e ricercata. Il rumore del treno copre il suono della voce, ma quando lo stridio si cheta, disvela una parlata dialettale; non volgare, in nessuna delle espressioni che si riescono ad intuire tra il brusio degli altri passeggeri, ma decisamente poco erudita. La ragazza continua con impegno a discutere le proprie argomentazioni. Mentre parla, si guarda intorno con aria curiosa, alla ricerca di qualche sguardo compiacente, magari maschile. Nei peggiori cliché, la ragazza si sarebbe voltata con sufficienza a scrutare la minuta collega al suo fianco, ma fortunatamente qualcosa rompe le aspettative: è proprio quando si rivolge alla sua compagna che il suo viso si accende di vivo interesse.
La discussione è appassionata da entrambe le parti, anche se il frastuono del vagone lascia comprendere solo poche parole di argomenti futili. Tuttavia, le parole che si scambiano le due non sono che l'apparente maschera di una comunicazione profonda e vivace, nascosta agli altri. Le colleghe si guardano con profondità e nel loro sguardo traspare un senso di unità che incanta. Nella loro sintonia, sembrano emergere superbe dal rumore di fondo dichiarando la propria femminilità; senza ostentazione, ma con passione. L'inaspettata bellezza sgorga dalla combinazione di due opposti, così distanti ma così simili. Qual è il loro segreto? Quale tessuto tiene uniti ricami così disparati?
In quell'attimo che mi è dato contemplare esse vivono, come se finalmente non dovessero ossessivamente pensare a quanto manchi loro per essere giudicate belle. In quell'attimo esse comunicano sorprendentemente il proprio esistere. In quell'attimo esse incarnano l'essenza stessa del bello. È quell'attimo che può dare senso e speranza alla vita. È la risposta inconsapevole e sommessa al “se non ora quando?” urlato nelle piazze. È l'attimo in cui due donne si riconoscono e si riscoprono l'una nell'altra. Come in un vecchio slogan che recitava “io sono tutti gli altri”, esse sembrano dichiararsi: “io sono te, io sono tutte le altre”, non per confusione ma per solidarietà.
“Tu sei donna”, sembrano dichiararsi appassionatamente, “e sei bellezza”.

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