La riflessione che vorrei condividere con voi riguarda un tema su cui sto riflettendo in questi giorni. È a cavallo tra il filosofico e il teologico, senza volermi sbilanciare eccessivamente nell'una o nell'altra area, non avendone le competenze. È un flusso di pensieri sulla domanda delle domande: perché esiste la sofferenza? O, più in generale, perché esiste il Male?
Diamo voce ai nostri "pensieri rampanti", come fossero frutti acerbi ancora appesi all'albero, in attesa di cadere.
domenica 17 novembre 2013
giovedì 8 agosto 2013
Il mio primo giorno da supplente in carcere
Quest'anno ho svolto una supplenza nel carcere di Rebibbia, con la scuola media per adulti. Era inverno, quando entrai per la prima volta. Ricordo ancora quel primo giorno...
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martedì 28 maggio 2013
Nave della legalità... nell'oceano dell'illegalità
In un paese dilaniato dalla crisi, in una terra inaridita dalla malavita organizzata sono salpate due navi cariche di speranza. Anche quest'anno, infatti, ha avuto luogo l'iniziativa nota come "nave della legalità", un lodevole progetto di sensibilizzazione sul tema della lotta alla criminalità e più in generale del rispetto delle leggi e delle regole, rivolto a studenti di tutte le età e provenienti da ogni parte d'Italia.
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giovedì 25 aprile 2013
Contro il fascismo e ogni altro sfascismo
«Il
fascismo non era soltanto un malgoverno buffonesco e improvvido, ma
il negatore della giustizia; non aveva soltanto trascinato l'Italia
in una guerra ingiusta ed infausta, ma era sorto e si era consolidato
come custode di una legalità e di un ordine detestabili, fondati
sulla costrizione di chi lavora, sul profitto incontrollato di chi
sfrutta il lavoro altrui, sul silenzio imposto a chi pensa e non
vuole essere servo, sulla menzogna sistematica e calcolata.» (Primo
Levi, Il sistema periodico)
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venerdì 15 marzo 2013
Ma chi vi credete di essere?
Agosto
2005: sotto la pioggia battente di Città del Guatemala, attendiamo
di prendere l'ennesimo traballante pick-up, che ci porterà da una
parte all'altra della città. Sotto una tettoia ci viene incontro una
bambina coi capelli corvini, che ci guarda coi suoi intensi occhi di
brace. Scambiamo qualche parola in uno spagnolo stentato, quanto
basta per farci capire ed ingannare così l'attesa. È una bimba di
etnia maya, che padroneggia poco lo spagnolo, destreggiandosi molto
meglio nella sua lingua, per noi incomprensibile, di schiocchi e
suoni gutturali. Dopo poco ci chiede da dove veniamo. «Conosci
Roma?» le chiediamo; ci risponde con un dubbioso: «No!». Che
strano, abbiamo pensato, non avevamo mai incontrato una persona che
vivesse così lontana da non conoscere Roma. Forse eravamo davvero
"quasi alla fine del mondo"!
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venerdì 8 marzo 2013
Un piccolo gesto di gentilezza
Le
storie delle donne che sono in carcere sono mille, almeno dieci
differenti per ogni detenuta! Sono storie di donne "innocenti",
incastrate da qualche uomo violento e tiranno, il cui nome tengono
tuttavia tatuato sul dorso di una mano, sulla spalla, sul braccio.
Donne che sperano quasi di restare in carcere, per non dover
rientrare a casa, contese tra il padre e il marito, ma che allo
stesso tempo vogliono disperatamente ritornare al caldo abbraccio del
loro uomo. Donne povere, cariche di una complessità disarmante.
Donne forti e fragili allo stesso tempo. La giornata di oggi la
dedico a loro.
martedì 19 febbraio 2013
Contemplazione sulle cose naturali
La ragione fonda le sue argomentazioni su prove, mentre le superstizioni e le credenze vanno avanti per diceria. Eppure talvolta la credibilità delle seconde è più dura da sconfiggere dell'evidenza delle prime. Un pensatore come Giordano Bruno è finito al rogo (il 17 febbraio 1600) per aver portato avanti le sue idee controcorrente, riguardo all'ordine naturale delle cose. Ecco un brano illuminante, tratto da "La cena delle ceneri", in cui il filosofo nolano parla delle rivoluzionarie teorie eliocentriche di Copernico (nato il 19 febbraio 1473). Un solo rimprovero muove Bruno allo scienziato polacco: troppi calcoli preferiti all'osservazione naturalistica diretta impediscono di capire che in realtà l'universo non è neanche eliocentrico, bensì senza centri. Forse era chiedere troppo, persino ad uno scienziato di quella portata!
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