«Il
fascismo non era soltanto un malgoverno buffonesco e improvvido, ma
il negatore della giustizia; non aveva soltanto trascinato l'Italia
in una guerra ingiusta ed infausta, ma era sorto e si era consolidato
come custode di una legalità e di un ordine detestabili, fondati
sulla costrizione di chi lavora, sul profitto incontrollato di chi
sfrutta il lavoro altrui, sul silenzio imposto a chi pensa e non
vuole essere servo, sulla menzogna sistematica e calcolata.» (Primo
Levi, Il sistema periodico)
Mi
fa ridere chi parla del fascismo come una delle parti in causa. Tempo
fa rimproverai dei giovani amici abruzzesi, che nella loro
entusiastica ignoranza adolescenziale si erano ironicamente messi a
inneggiare al Duce. «Non cominciamo con “Duce-Duce”!» dissi
indignato. Mi risposero per scherno: «Ao', non sarai mica
communista?». Mi sentii disarmato! Ma come? Adesso all'improvviso al
fascismo viene data la dignità della normale dialettica politica?
Come se il fascismo non fosse la negazione della dialettica politica.
Come se essere di destra ed essere fascista fosse la stessa cosa.
Come se gli antifascisti fossero stati solo i comunisti.
Essere
antifascista non significa essere di una particolare idea politica, e
le tragiche spaccature all'interno della resistenza ce lo hanno
insegnato; significa piuttosto avere a cuore la possibilità di
esprimere una qualsiasi idea politica, anche quella di chi non
vorrebbe che le altre si esprimano.
Non
esisteva opposizione al fascismo, non c'era spazio: il fascismo
occupava il 100% del parlamento... condizione che molti ancora
vorrebbero. Eppure l'opposto del fascismo c'era, ed era tutto il
resto: ciò che ha liberato l'Italia.
Il
25 Aprile è una festa di tutti quelli che adesso possono esprimere
la propria opinione, qualunque essa sia.
Perciò...
occhi aperti!
Auguri
a tutte e tutti di una buona liberazione!
La semplificazione del pensiero e l'ignoranza storica dilagano. Pochi sono coloro che hanno la capacità di articolare un ragionamento, di connettere il prima con il poi, di far discendere da una premessa delle conseguenze... tutto è ridotto al tifo da stadio. Purtroppo i giovani sono i primi ad attuare questa modalità, e chi prova ad articolare viene subito etichettato, come se al di fuori delle contrapposizioni tra guelfi e ghibellini, monarchici e repubblicani, romanisti e laziali, ecc. non ci fosse nient'altro...
RispondiEliminaIl guaio è che feste come il 25 aprile vengono percepite come feste di una parte politica, anzichè come la ricorrenza del momento in cui ha cominciato a nascere la democrazia, cioè l'unico regime politico capace di contenere e legittimare le posizioni di tutti e non solo di alcuni.
monna lisa