Forse adesso, sull’onda dell’emozione, può sembrare facile
urlare a gran voce: IO SONO ROSA MARIA DELL’ARIA, come accade quando qualcuno
subisce un torto così grave come quello dell’insegnante sospesa per aver fatto
il suo lavoro; e per averlo fatto splendidamente, da quanto posso leggere sui
giornali. Eppure la solidarietà che esprimo alla mia collega non è cosa che
nasce ora, ma diverse settimane fa, quando ancora non sapevo niente di lei.
Insegno scienze in una terza media e per il secondo anno
consecutivo celebro la giornata della memoria facendo leggere il manifesto
della razza del 1938 ai miei studenti di terza, confrontandoci, facendoli
riflettere sulle conseguenze del testo e soprattutto, considerato il mio
insegnamento, evidenziando insieme a loro le criticità e i vizi nell’applicazione
del metodo scientifico, che portano ad una radicale confutazione dello scritto.
Quest’anno ho cominciato dall’analisi dell’articolo 3 della Costituzione,
rendendo tutto un po’ più completo ed efficace.
Quando gli studenti sono così stimolati si lasciano
condurre, si appassionano, si incuriosiscono e iniziano a pensare criticamente,
che è l’obiettivo di tutti noi insegnanti: fanno domande, esprimono il proprio
punto di vista e collegano autonomamente lo studio alla realtà di tutti i
giorni. Ecco perciò che alla fine della lezione uno studente ha alzato la mano
e mi ha fatto notare che se era vero quanto avevamo appena studiato, il
ministro Salvini era fuorilegge a chiudere i porti ai migranti. Davanti ad una osservazione
del genere un insegnante cosa può dire? Deve impedire al ragazzo di esprimersi
o aiutarlo a costruirsi un’idea? In nome di cosa avrei dovuto censurare questo
punto di vista, soprattutto considerato che due settimane dopo il ministro è
stato indagato per la vicenda Diciotti?
In democrazia tutte le scelte politiche sono contestabili ed
è un preciso dovere della scuola aiutare gli studenti a costruirsi un’opinione,
a prescindere da quale sia il nostro convincimento politico personale. Gli
unici limiti che dobbiamo rispettare sono quelli della legalità e della Costituzione.
Certo, quando i filo fascisti invocano l’articolo 21 per difendere la propria
libertà di espressione allora c’è qualcosa di profondo che ci sta sfuggendo, ed
è molto grave. Se lo studente avesse
messo nero su bianco la sua osservazione (e non è detto che non lo farà, dato che
porterà questo argomento all’esame) probabilmente anche io sarei nella condizione
della mia collega Dell’Aria e anche io mi troverei ingiustamente punito per non
aver censurato l’idea di un mio alunno.
Gentile ministro Bussetti, se ritiene che la professoressa Dell’Aria
sia stata legittimamente sospesa, allora sospendete anche me; sospendeteci
tutti!
Nessun commento:
Posta un commento