Caro
Alex,
sono
un insegnante quasi tuo coetaneo (ho tre anni più di te). Non sono
molti anni che insegno, ma è parecchio che ho a che fare con ragazzi
di varie età. Pur in pochi anni di insegnamento, ho visto spesso
studenti in crisi perché più concentrati a soddisfare le
aspettative di altri, piuttosto che occuparsi di ciò che amavano
veramente. Per molti di loro, ogni piccolo fallimento era
insopportabile, soprattutto se abituati a risultati alti. Mi ha
sorpreso ascoltare nelle tue parole la stessa fatica che vedo nei
miei studenti nel sopportare le aspettative: per loro sono i voti,
per te è stata la tua medaglia straordinaria. Mi ha anche molto
colpito la tua sofferenza per essere ricordato più per la tua
ragazza che non per le tue doti. Per quanto possa contare, quando ho
sentito quest'anno il tuo nome, non ho avuto difficoltà a ricordare
la tua impresa, mentre avrei avuto più difficoltà a collocarti come
"il fidanzato di...".
Sai,
durante il mio lavoro mi trovo spesso ad avere davanti ragazzi
stressati dall'ansia di prestazione o angosciati da mezzo voto. Il
dato è preoccupante perché mi riferisco a ragazzi di scuola media.
Sembra incredibile, eppure proprio alle medie i più bravi sono
spesso caricati di aspettative e di ansie sia dai genitori che da
certi insegnanti, che vorrebbero per loro il massimo dei successi...
solo il massimo. Quante lacrime ho dovuto consolare durante l'anno
per un voto inferiore all'8. Mi sembrava assurdo!
Ogni
minimo insuccesso era accompagnato della stessa delusione del mancato
podio olimpico di Vanessa Ferrari o
di Tania Cagnotto.
Ma non tutti gli insuccessi sono uguali, e un atleta lo sa bene:
quanto sono preziose le piccole sconfitte che si incontrano durante
il percorso, perché solo tramite di esse ci si può migliorare e si
può ambire ad un podio olimpico. Ma a volte, mi rendo conto, anche
un atleta non riesce a sopportare l'idea di una sconfitta,
soprattutto se ha raggiunto il massimo da giovane.
In
questo senso, la tua vicenda è stata drammatica, ma al tempo stesso
significativa. I motivi per cui è stata drammatica sono stati sotto
gli occhi di tutti, anche se solo tu li conosci fino in fondo. Non
voglio dilungarmi su questo, sono questioni troppo intime per
parlarne davanti a tutti.
Invece
vorrei sottolineare l'importanza di quanto è accaduto, perché con
le tue lacrime hai dato una bella prova di coraggio. Già, se ci
pensi non è da tutti ammettere i propri errori, perché significa
accettare le proprie debolezze, scoprirsi dolorosamente e
straordinariamente (e teneramente) umani. Finché non si cade non si
impara a rialzarsi.
Allora
eccomi qua a scriverti il mio piccolo grazie. Grazie per aver avuto
la forza di ammettere la tua caduta, grazie per non esserti vantato
dei tuoi sbagli, come qualcuno avrebbe fatto, grazie per la sincerità
che hai dimostrato e per le parole che hai usato.
Mi
è capitato di sentire sedicenti giornalisti moralizzanti
stigmatizzare il tuo gesto riempiendosi la bocca di parole vuote come
"droga" e "doping". Parole di cui, sono sicuro,
non conoscono fino in fondo il significato. Tu l'hai sperimentato,
con sofferenza: sapevi ciò di cui parlavi, ti sei esposto e per
questo stai, giustamente, espiando. Sappi che alcuni tuoi colleghi
per azioni molto più gravi hanno pagato molto meno (vedi i
poliziotti coinvolti nel caso Aldrovandi).
Alex,
anche se adesso senti di aver perso tutto, la tua vicenda è in realtà un
bell'esempio di onestà verso se stessi, che noi insegnanti possiamo
portare in classe. La tua vicenda sarà anche monito, per chi entra
nel tritacarne del successo, che ti risucchia, ma è pronto a
massacrarti al primo errore.
Tieni
duro. Un proverbio diceva che non si può essere migliori di se
stessi, ma qualcosa si può sempre salvare. Io ti auguro che questa
vicenda possa significare per te un punto di svolta e di ripartenza.
Già ora hai dimostrato tanto, anche se forse non te ne rendi conto.
caro Cosimo Piovasco, ti accorgi di quanta serena maturità c'è nelle parole che rivolgi ad un tuo quasi coetaneo? e di quanta strada hai fatto nella tua vita per costruirtela? pezzo dopo pezzo, tra sconfitte e vittorie, delusioni e conquiste? la tua mamma sarà sicuramente orgogliosa di te! ;)
RispondiEliminamonna lisa